di EDOARDO CORASANITI
"Smontare l'accusa pezzo per pezzo, fino a lasciarla un triste relitto". Sono le parole di Vincenzo Ioppoli, avvocato di Domenico Tallini, imputato numero uno del processo "Farmabusiness", il blitz incentrato sulla cosca Grande Aracri, accusata di reimpiegare i capitali illecitamente accumulati per investirli nel business della distribuzione dei farmaci. Lo scorso 22 dicembre è stata la volta dell'altro avvocato di Tallini, Carlo Petitto, oggi quella di Ioppoli. In entrambi le occasioni Mimmo Tallini è stato presente in aula e ha assistito alle discussioni dei suoi legali.
Scandagliati gli elementi di fatto che compongono l'impianto accusatorio: concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso. Documenti e numeri che, per la difesa, attesterebbero l'inattendibilità delle ipotesi d'accusa e che conducono alla richiesta di assoluzione.
La linea difensiva ha dato una lettura diversa del materiale probatorio finora raccolto e che ha determinato l'emissione gli arresti domiciliari del 19 novembre 2020, misura annullata dal Tdl e confermata dalla Cassazione. Due risultati che la difesa rivendica e porta all'attenzione del giudice che decide con il rito abbreviato.
Secondo la Procura guidata da Nicola Gratteri, Tallini grazie al suo ruolo di assessore regionale avrebbe agevolato la costituzione di una società dedita alla distribuzione di farmaci e riconducibile alla famiglia mafiosa Grande Aracri di Cutro. Un'operazione che avrebbe fatto riciclare denaro ai Grande Aracri e che a Tallini avrebbe portato un bacino elettorale e l'assunzione del figlio nella stessa azienda, poi fallita.
Gli avvocati Carlo Petitto e Vincenzo Ioppoli
L'attenzione della difesa si è concentrata su tutti gli aspetti del pacchetto accusatorio: il materiale d'intercettazione, in cui Tallini non viene mai registrato a colloquio con soggetti notoriamente appartenenti alla criminalità organizzata; la nomina di Giacomino Brancati a dirigente del settore area Lea del dipartimento tutela della salute – politiche sanitarie. Nomina architettata, secondo gli investigatori, direttamente dall’allora assessore con delega al personale della Regione. Per la difesa, non è così: la decisione sarebbe stata legittima, non viene fatta da Tallini ma dal dirigente preposto. Per il rilascio dell'autorizzazione del Consorzio per cui Tallini si sarebbe interessato, la difesa ha allegato il decreto dell'autorizzazione. Tutto legale e legittimo, sostiene Ioppoli.
Sul voto di scambio, l'avvocato dell'ex presidente regionale hanno prodotto documentazione estratta direttamente dal sito del ministero dell'interno (Eligendo). Dalla lettura e confronto dei dati e dei numeri, i legali hanno evidenziato come in realtà i risultati di Tallini nel territorio crotonese possano essere definiti quasi deludenti (circa 750) e marginali rispetto al dato complessivo (11mila) dei voti raccolti nel 2014. Così come l'assunzione del figlio di Tallini sarebbe avvenuta grazie alle sue competenze informatiche e alla relazione che il giovane aveva instaurato e non attraverso il filtro del padre.
Argomenti già trattati davanti al Tribunale della libertà e che ora ritornano ancora più pesanti ed incisivi nell'arringa difensiva di fronte alla giudice Barbara Saccà, la quale è chiamata a decidere nei confronti del politico di Forza Italia e altri 19 imputati. La Procura ha chiesto la condanna per tutti, Tallini compreso, per cui i pm vogliono 7 anni e 8 mesi anni di reclusione. Alla sbarra anche Domenico Grande Aracri, la figlia di Nicolino Grande Aracri, Elisabetta, la moglie Giuseppina Mauro. Le accuse mosse agli indagati sono, a vario titolo, associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, tentata estorsione, ricettazione e violenza o minaccia a un pubblico ufficiale.
Un altro punto focale della difesa sono state le parole di Giovanni Abramo, altro imputato del processo che ha rilasciato dichiarazioni contro Tallini. Per Ioppoli, sono irricevibili e contraddittorie: assolutamente inattendibili, ha specificato il legale.
Oltre all'avvocato Ioppoli ha discusso anche l'avvocato Luigi Colacino per Elisabetta Grande Aracri. Il 26 gennaio si torna in aula invece per un'altra posizione importante del processo: Domenico Grande Aracri, fratello di Nicolino, difeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Gregorio Viscomi.
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