Fase 2. Il piano comune di Unical, Umg e Università Mediterranea: cautela e ancora lezioni ed esami a distanza

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I rettori calabresi Zambone, Leone e De Sarro
  18 maggio 2020 16:01

di GIORGIA RIZZO

Bisognerà ancora aspettare per ritornare in aula. E' un piano comune e condiviso quello delle università calabresi nella fase 2. I rettori Nicola Leone, Giovanbattista De Sarro e Santo Marcello Zimbone concordano su una linea cauta, che garantisca la sicurezza della comunità universitaria nell'emergenza sanitaria. 

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Corsi ed esami continueranno da remoto per gli studenti dell'Università della Calabria (LEGGI QUI), dell'Università Magna Graecia di Catanzaro e dell'Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, nonostante le linee guida nazionali del ministro Gaetano Manfredi abbiano lasciato margine per la ripresa degli esami in presenza già a partire da giugno. A riprendere saranno invece attività legate alla ricerca e al servizio bibliotecario. Resterà negato l'accesso alle residenze dei campus, salvo per il ritiro di materiale personale. 

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"Il ritorno in aula comporterebbe una massiccia circolazione sui mezzi pubblici di trasporto, settore particolarmente a rischio contagi, e richiederebbe continui interventi di igienizzazione delle aule, persino ai cambi di turno, e degli spazi comuni, quali mense e biblioteche - spiega una nota congiunta - Misure che al momento gli atenei non riuscirebbero ad assicurare in totale sicurezza per garantire la massima efficacia alle norme di legge, come emerge dal fatto che l’attività didattica a distanza accomuna la quasi totalità delle università italiane"

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Un'emergenza ancora in evoluzione, nonostante i dati dell'epidemia in Calabria siano rassicuranti. D'altra parte la debolezza del sistema sanitario regionale, eccessivamente ridimensionato negli ultimi anni, in attesa del potenziamento di una rete di medicina di base in grado di fornire anche assistenza domiciliare, e la mancanza di un'applicazione digitale per tracciare i contagi, sono elementi che rafforzano i dubbi e le preoccupazioni per il rischio di un eventuale ritorno in sede. 

De Sarro, Leone e Zimbone accolgono infine con entusiasmo le misure su università e ricerca previsti nel recente "Decreto Rilancio". Fondi che serviranno per sostenere il diritto allo studio, quindi la no tax area, di cui i rettori auspicano una ripartizione tra gli atenei che tenga conto dell'incidenza maggiore delle famiglie a basso reddito, che è notevolmente maggiore proprio nel sud del Paese. E daranno impulso anche alla ricerca scientifica, con investimenti che serviranno a garantire 4.000 posti a giovani ricercatori. 

 

 

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