"È dello scorso 12 luglio la pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato in tema di fatturazione a 28 giorni, in uso da parte di numerose compagnie telefoniche a partire dalla fine del 2016. La sentenza del Consiglio di Stato ha posto fine ad un lungo botta e risposta tra AGCOM e società di telefonia, confermando la delibera dell’Autorità n. 498/17/CONS del 19 dicembre 2017, in cui si imponeva alle compagnie telefoniche di rete fissa coinvolte di rimborsare i propri clienti per il maggior costo pagato".
"Gli utenti di rete fissa potenzialmente coinvolti, secondo le prime stime, sarebbero circa 12 milioni - sostiene Francesco Di Lieto - di cui circa 400 mila solo in Calabria. Nonostante il passare dei mesi, la sentenza, che imponeva rimborsi automatici, non sembra aver trovato immediata attuazione” sostengono dal Codacons. “Infatti, il rimborso deve essere richiesto secondo forme specifiche, che si differenziano a seconda del gestore di riferimento e che non appaiono particolarmente chiare.”
"Molte compagnie hanno inizialmente tentato di offrire ai propri clienti dei servizi alternativi al rimborso, mentre solo recentemente sono state previste procedure più precise. La Tim dovrà rimborsare in media 29 euro; la Vodafone è chiamata a rimborsare circa 27 euro; Postemobile e Fastweb dovranno rimborsare mediamente 23 euro, mentre Wind dovrà procedere ad un rimborso pari a 32 euro circa.
L’Associazione ricorda che i rimborsi sono previsti soltanto per i clienti di rete fissa e potranno essere richiesti per il periodo compreso tra il 23 giugno 2017 ed il 5 aprile 2018 e l’ammontare della somma varia a seconda del tipo di contratto stipulato. Vista la situazione di permanente incertezza, molti cittadini hanno manifestato le loro rimostranze. Abbiamo deciso di aprire i nostri sportelli per fornire informazioni a chi vuole richiedere il rimborso. Intanto proprio in queste ore il Codacons ha presentato denuncia all’Antitrust e all’AGCOM chiedendo e l’apertura di un’istruttoria sulla prassi delle cd. ricariche premium, con le quali Tim, Vodafone e Wind detraggono un euro dall’importo per la ricarica in favore di promozioni e servizi non richiesti dagli utenti".
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