di PAOLO CRISTOFARO
"L'articolo 3 della Costituzione Italiana dice che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Invito il dottore Feltri a leggere attentamente l'articolo e a tenerlo presente". E' la frase con cui, un'edicolante di Montalto Uffugo (CS), ha iniziato il suo post di protesta condiviso su Facebook, in risposta alla frase pronunciata dal direttore di Libero, Vittorio Feltri, nella quale, in diretta tv nazionale, ha definito "inferiori" in meridionali. Per questo Tiziana Marchese - il nome della donna - ha deciso nella sua libreria/edicola di non vendere più le copie di Libero.
"Sono una piccola libraria affiliata al gruppo Mondadori con sede a Milano, città aperta, accogliente e laboriosa, ma arricchita da tanti meridionali che hanno sempre collaborato a questa crescita. Tanti gli studenti meridionali che studiano nelle varie università, tante presenze meridionali che occupano posti di prestigio in Lombardia e che contribuiscono alla crescita della stessa", continua il messaggio di Tiziana.
Un messaggio che si conclude con i fatti, nel vero senso della parola. La protesta dell'edicolante riguarda proprio il commercio del noto quotidiano nazionale diretto da Feltri. "Essendo la mia libreria anche edicola, da oggi informerò i miei clienti, gente del Sud e non solo, che il giornale Libero non verrà più venduto da me, perché non è giusto arricchire gente che non ci porta rispetto".
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