Festival d'Autunno, Ron: "Cantare Dalla è una grande responsabilità e anche una grande emozione"

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Ron
  11 ottobre 2019 08:32

di CLAUDIA FISCILETTI

Ron è uno dei cantautori che hanno contribuito a far crescere la musica italiana. La sua eleganza nello stile musicale e nei testi delle canzoni, lo ha reso un artista con un posto tutto suo nello scenario italiano, ben definito e riconoscibile. Oltre alla sua produzione musicale, che comprende successi come “Una città per cantare”, “Vorrei incontrarti fra cent’anni” e “Almeno pensami, ha deciso di rendere omaggio ad un altro mostro sacro della musica italiana: Lucio Dalla. Ron, che ha sempre avuto con Dalla un legame non solo artistico, ma anche amicale, rende omaggio all’artista portando in tutta Italia “Lucio! Il tour” e farà tappa anche al Teatro Politeama di Catanzaro, in occasione del Festival d’autunno. Il 12 ottobre il cantautore non si esibirà soltanto in occasione del suo concerto ma, alle 18.30, ci sarà anche una masterclass durante cui risponderà alle domande dei suoi fans e racconterà aneddoti sulla sua carriera.

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Ron, sta portando in tutta italia il tour omaggio a Lucio Dalla, com'è stato avere a che fare con un repertorio importante come quello di Dalla?

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Cantare Dalla è assolutamente una grossa responsabilità ed una grande emozione, mi son lasciato trasportare dai suoi testi e dalle sue musiche ed il risultato è mollto soddisafacente, il pubblico apprezza vivendo con me l’ emozione e la felicità che si crea dal palco. Ho deciso di raccontare Dalla con la giusta leggerezza che era tipica anche del suo carattere. 

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Ha collaborato con Lucio Dalla per molto tempo, c’è un particolare insegnamento che ha imparato da lui?

Lucio Dalla era un extraterrestre, un genio artisticamente parlando, un uomo che ha sempre fatto quello che si sentiva di fare con determinazione, ma con leggerezza, e soprattutto una grande generosità. 

Lei si è affacciato al mondo della musica sin dagli anni ’70, trova che sia cambiato molto il modo di fare musica dagli anni ’70 ad oggi?

L’ Italia degli anni ’70 viveva un periodo storico molto complesso e difficile sia socialmente che politicamente, le tematiche erano importanti e la musica ne era, in qualche modo, coinvolta. Oggi le tematiche son diverse ma son diversi anche i modi di fare musica, di proporla, di ascoltarla e di consumarla. Oggi c’è tanta musica ma i contenuti sono meno pesanti, c’è quasi una mancanza di coraggio, di determinazione.

Nella sua carriera musicale ha avuto la possibilità di collaborare con molti artisti e di esibirsi in molti luoghi importanti, ha qualche rimpianto?

Ho vissuto esperienze importanti, ho lavorato con tanti grandi artisti e da ogni esperienza ho cercato di trarne qualche cosa che mi ha poi fatto crescere. Sono contento di avere avuto tutte queste possibilità. 

Il Festival d’Autunno quest’anno è dedicato all’irriducibile forza della parola. Secondo lei, quanto è importante, nella musica, l’uso della parola?

La parola è importantissima, farne buon uso è indispensabile. La musica abbinata ad un buon testo ti permette di arrivare a tutti. I grandi cantautori hanno scritto messaggi importanti da cui si possono trarre grandi insegnamenti. 

Ha collaborato anche con un altro artista che è stato ospite del Festival d’Autunno, Luca Carboni. Cosa pensa di lui, artisticamente parlando?

Luca Carboni è una grande persona, sempre disponibile, umano e ciò lo si vede e lo si sente nelle sue canzoni che regalano emozioni. 

Non è la prima volta che fa un concerto in Calabria, che opinione ha di questa terra?

I miei ricordi della Calabria partono da quando ci venivo in vacanza, è un terra completa, importante e bellissima:  c’è la montagna, c'è il mare, ci sono le tradizioni. A volte è poco valorizzata ma la gente è vera ti riempie di calore e di affetto ed è bellissimo

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