Cosa abbia combinato il segretario del Vescovo soppressore è ancora un’incognita, bisogna comprendere il nesso, se sussistente con il decreto che ha estinto l’aggregazione ecclesiale
Qualcuno scrive che don Francesco Candia apparteneva al Movimento Apostolico, non sa invece che il segretario è uno di quelli che ha voluto la sua soppressione. Le sue dimissioni dallo stato clericale sono un fatto che scuote davvero la diocesi, esse avvengono solo per cause gravi. Papa Francesco ha intrapreso questa decisione perché sicuramente sussistevano elementi tali da ritenere la presenza di Francesco Candia nel clero come lesiva per la Chiesa. Non si parla di scomunica o di pedofilia, Francesco Candia rimane in comunione con la Chiesa, ma soprattutto fuori dal clero.
Nessuna dichiarazione da parte di S.E Bertolone o dell’attuale Vescovo S.E Maniago. Un silenzio che non piace a chi vorrebbe conoscere la realtà più nel profondo e analizzare bene l’oscura vicenda che ha travolto il Movimento Apostolico e la sua Ispiratrice. Nel frattempo mi viene di citare il clericalismo che Papa Francesco definisce come “la malattia dei preti” e le sue ultime dichiarazioni: “Una Chiesa non vi rifiuta, altrimenti è una setta”.
Dio è Padre e non rinnega nessuno dei suoi figli. La Chiesa è madre e chiama insieme tutti i suoi figli. Una Chiesa selettiva, di sangue puro, non è la Santa
Madre Chiesa, ma piuttosto una setta.
Paolo Marraffa