Fridays for Future Italia lancia a Cosenza il quarto sciopero globale per il clima in concomitanza con il Black Friday di Venerdi 29

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Un momento della manifestazione di settembre di Fridays for Future Cosenza
  20 novembre 2019 11:02

“Fridays For Future” è un movimento nato dalla protesta di Greta Thunberg, una ragazzina svedese che ha preso coscienza di come la politica mondiale stia minimizzando la crisi climatica e l’emergenza ambientale, mettendo in pericolo la sopravvivenza stessa del genere umano, come ormai denunciato da più e più osservatori scientifici. 

Il movimento ha avuto rapida diffusione in Europa; in Italia si sono costituiti fin da subito numerosi gruppi territoriali “Fridays For Future” e anche la Calabria ha fatto sentire la propria voce, partecipando al primo e al secondo sciopero globale per il futuro ma soprattutto al terzo sciopero globale per il futuro. Il terzo sciopero globale per il futuro, tenutosi Venerdi 27 Settembre, ha avuto una larghissima partecipazione coinvolgendo ben 180 paesi in tutto il mondo; solo in Italia sono scesi in piazza 1 milione di persone. A Cosenza più di 3.000 studenti in piazza non si vedevano da dieci anni.

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Nonostante  promesse e proclami non è però arrivato nessun Governo del cambiamento climatico né la politica ha dato risposte adeguate alla crisi climatica ed ecologica. 

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Per questo motivo come Fridays for Future Italia abbiamo lanciato il quarto sciopero globale per il clima in concomitanza con il Black Friday di Venerdi 29 Novembre. Questa scelta non è un caso proprio perché vogliamo contestare la Fast Fashion Industry che è responsabile di essere la seconda industria più inquinante dopo quella petrolifera. 

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Venerdì 22 Novembre, alle ore 9.30, presso la sede di Radio Ciroma, abbiamo organizzato una conferenza stampa nella quale spiegheremo ai cittadini e alle cittadine di Cosenza e hinterland perché scendere con noi in piazza il 29 Novembre. Inoltre presenteremo la dichiarazione di emergenza climatica, che invieremo a tutti i comuni della Provincia di Cosenza, in cui chiediamo agli enti locali una presa di responsabilità e precisi impegni su una serie di questioni a noi care: 

Varie zone della nostra regione sono afflitte da siti inquinanti e dannosi all'ambiente e alla salute, che necessitano bonifiche pianificate da anni.  Chiediamo quindi la messa in sicurezza di questi siti, nuovi piani di caratterizzazioni delle sostanze inquinanti presenti e infine la loro bonifica

Chiediamo la cessazione di investimenti su discariche ed inceneritori. C'è bisogno di un piano di smaltimento rifiuti trasparente e deciso in maniera orizzontale attraverso il coinvolgimento dei cittadini e delle cittadine, che non preveda più l'utilizzo di impianti simili, i quali hanno un impatto devastante sui nostri territori e sulla nostra salute.  Nel contempo, chiediamo anche un miglioramento del sistema della raccolta differenziata. La Calabria è ancora indietro da questo punto di visto rispetto alle altre regioni italiane. 

Un terzo delle emissioni di gas serra europee deriva dal trasporto su gomma. Il vero problema è che anche in Itala e soprattutto in Calabria siamo troppo dipendenti dai mezzi privati. Abbiamo bisogno di un sistema di trasporto pubblico che parta dai bisogni reali dei cittadini e delle cittadine e non dal profitto delle aziende private che si occupano di gestirlo. Potersi muovere in una società interconnessa come la nostra è un diritto fondamentale di tutti e tutte. E’ auspicabile quindi lo stop alle grandi opere di infrastrutture e trasporti economicamente ed ambientalmente insostenibili. Chiediamo invece l’istaurazione di un tavolo di lavoro e discussione, per rivedere il nostro trasporto pubblico al fine di renderlo efficiente, ecosostenibile ed economico, specialmente per alcune fasce sociali particolari, come gli over 60,  gli studenti e i dipendenti pubblici. 

Il nostro territorio presenta un elevato rischio idrogeologico. E’ importantissima la messa in sicurezza del territorio, in particolare di quegli edifici pubblici e privati a rischio crollo. Inoltre è necessaria la messa in sicurezza degli edifici scolastico nonché un loro ammodernamento finalizzato alla mitigazione di emissioni e al loro efficientamento energetico. 

Secondo il rapporto dell’ente intergovernativo I.P.C.C., per mantenere il riscaldamento climatico entro l’1,5 gradi rispetto all’era pre-industriale, entro il 2030 bisognerebbe dimezzare le emissioni di CO2. Per fare questo è fondamentale la tutela delle nostre aree verdi, l’ampliamento di esse anche attraverso la piantumazione di minimo 200.000 di alberi all’anno. Chiediamo di dichiarare il consumo del suolo zero e lo stop a nuove colate di cemento. 

Visti i cambiamenti climatici, e gli improvvisi e violenti eventi meteorologici, basti pensare a Venezia e Matera, è importantissimo prevenire la catastrofe, da questo punto di vista, al fine di salvaguardare le vite e i territori. Consapevoli di trovarci qui oggi, per un importante momento della nostra storia, speriamo vivamente ciascuno di noi voglia impegnarsi nel contrasto al cambiamento climatico, nella rivoluzione di un sistema fondato sui profitti di pochissimi a discapito della grande maggioranza della popolazione e del Pianeta. Siamo tutti consapevoli che il bilancio di una città, di una regione e di un paese sia importante. Siamo giovani, non sprovveduti. Ma crediamo, e pensiamo siate tutti d'accordo, che la vita di tutti noi sia senz'altro più importante.

Infine pretendiamo che la Regione Calabria si impegni ad istituire annualmente una conferenza aperta ai cittadini e alle cittadine nella quale illustrare gli avanzamenti relativi alle richieste sopra erché tutti e tutte siano egualmente informati nella massima trasparenza. 

Noi pensiamo che giustizia climatica e giustizia sociale vadano di pari passo. Nella lotta al cambiamento climatico chi ha di più deve mettere di più, sia perché da questo modello di sviluppo in questi anni ha preso di più sia perché è scientificamente provato che le classi meno agiate della popolazione siano quelle che pagano di più in termini di salute e benessere l’emergenza climatica. Di conseguenza il costo delle riforme attuate dovrà ricadere in maggiore quantità su aziende private e chi possiede la maggior parte delle ricchezze. Rinnoviamo l’invito per il 22 novembre, a giornali, tv, radio e media di ogni tipo, a partecipare alla sopracitata conferenza stampa.

 

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