Frode sportiva in giallorosso, il 20 tutti dal gup. L'avv. Rondinelli: "Russotto non ha fatto nulla, sarà assolto"

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images Frode sportiva in giallorosso, il 20 tutti dal gup. L'avv. Rondinelli: "Russotto non ha fatto nulla, sarà assolto"
L'avvocato Sabrina Rondinelli
  05 settembre 2019 15:10

di STEFANIA PAPALEO

La vicenda giudiziaria che ruota intorno alla presunta frode sportiva commessa per un pareggio in relazione ad una partita di calcio della Lega Pro prima divisione girone “B” del campionato, disputata dal Catanzaro contro l’Avellino nella stagione 2012/2013, si prepara ad approdare al vaglio del gup, Francesca Pizii.

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Il 20 settembre a comparire in aula saranno l'ex patron giallorosso, Giuseppe Cosentino, l’ex direttore sportivo della Catanzaro calcio, Armando Ortoli, l’ex calciatore giallorosso, Andrea Russotto, l’ex presidente dell’Avellino, Walter Taccone, e il direttore sportivo, Vincenzo Di Vito. Con loro ci saranno gli avvocati difensori Sabrina Rondinelli, Domenico Infantino, Domenico Russi e Innocenzo Massaro, già pronti a battersi contro l'impianto accusatorio messo su dal sostituto procuratore, Chiara Reale, che ha chiesto di mandare tutti a processo. In mano ai legali la sentenza di assoluzione emessa dal Tribunale federale di Roma per i cinque imputati in relazione agli stessi fatti contestati. Sentenza alla quale ora si appiglia con determinazione l'avvocato Rondinelli, che, nell'interesse dell’ ex giocatore del Catanzaro, afferma a gran voce: “Andrea Russotto non ha fatto nulla, sarà dimostrata la sua innocenza in dibattimento. Non ci sono prove di quanto viene accusato. Ricordo che il Tribunale di Roma per gli stessi fatti ha assolto gli imputati”.

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Insomma, si preannuncia una battaglia legale senza esclusione di colpi al procedimento innescato dalla Procura per dimostrare le iregolarità che sarebbero state commesse al fine di consentire al Catanzaro di non ritrovarsi ai play out e all'Avellino di raggiungere la promozione nella serie superiore. Accuse che peraltro erano state inizialmente mosse dalla Procura della Repubblica di Palmi, nell'ambito dell'inchiesta più ampia denominata “Money gate”, sfociata a maggio nel 2017 in un blitz a carico di una presunta associazione per delinquere, aggravata dalla transnazionalità, finalizzata a riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori e appropriazione indebita di ingenti somme di denaro. La combine in questione, dunque, era saltata fuori dall'analisi dalle migliaia di carte acquisite durante quell'indagine e trasmesse per competenza alla Procura di Catanzaro, che ha poi contestato ai cinque imputati il tentativo di aggiustamento peraltro andato male (la partita era stata vinta dall'Avellino) “per avere, in concorso materiale e morale tra loro, compiuto atti fraudolenti consistiti nel concordare il risultato finale della partita di calcio della Lega Pro Prima divisione girone B tra le squadre Catanzaro e Avellino – disputata in data 5 maggio del 2013 – in un pareggio al fine di raggiungere un risultato diverso da quello conseguente al corretto e leale svolgimento della competizione. In particolare il risultato concordato di pareggio tra le due squadre avrebbe consentito al Catanzaro di non ritrovarsi nella fase playout per la retrocessione e all’Avellino di raggiungere la promozione alla serie superiore. Tale risultato non raggiunto – si legge ancora nel capo d’imputazione – per il mancato rispetto degli accordi da parte della società calcistica dell’Avellino che, a seguito della vittoria del Perugia, per non correre il rischio di non raggiungere la promozione alla Serie B, si è aggiudicato la partita con il risultato di una a zero - nonostante il calciatore Russotto del Catanzaro avesse deliberatamente fallito due chiare occasioni per segnare il gol del vantaggio – ha comunque consentito ad entrambe le società di raggiungere gli obiettivi di campionato per i risultati negativi delle concorrenti del Catanzaro calcio”.

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Niente di tutto ciò sarebbe accaduto per imputati e legali, questi ultimi chiamati il 20 settembre a ribaltare la ricostruzione dei fatti davanti al gup, che dovrà pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio formulata dal sostituto procuratore, Chiara Reale.

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