«Che la fusione abbia già apportato, e apporterà, benefici a medio e lungo termine, non vi è dubbio. Ho sempre sostenuto, anche nel corso della campagna referendaria, che non esiste la bacchetta magica per risolvere i problemi, anche atavici di un territorio, e che un processo sociale del genere necessita di tempo. Comprendo che vi sia del malcontento che serpeggia tra la popolazione, un po' in tutta la città, però, richiedere un referendum per giungere alla scissione, dopo appena cinque anni di cammino, mi sembra davvero un’esagerazione. Ed allora invito gli scissionisti a “battersi” per qualcosa di positivo, non di distruttivo, che compartecipino tutti alla costruzione di questa grande città, bandendo però pregiudizi atavici e reconditi, ancorati al secolo scorso. Oggi la città di Corigliano Rossano ha bisogno del sostegno e delle idee di tutti, anche di tutte quelle persone che preferirebbero staccare la spina ad una città neonata.
Ed allora l’invito è ad occupare gli spazi democratici non cavalcando il malcontento e predicando populismo – ci riporterebbe ad un passato-presente politico che abbiamo la necessità di lasciarci velocemente alle spalle per incompetenza manifesta – ma proponendo. Proponendo idee, proponendo l’idea di una grande città anche da punti di vista diversi, anche legittimamente provando a misurarsi nelle competizioni elettorali, ma sulla base di progetti e programmi costruttivi. I benefici, d’altronde, questa fusione li sta già portando come tutta una serie di elevazioni: gli uffici Inps a filiale provinciale, le compagnie dei carabinieri in reparto territoriale, presto il commissariato potenziato a primo dirigente. Ancora, Trenitalia che si accorge di noi allestendo una Frecciargento/rossa che raggiunge la prima stazione elettrificata utile perché poco più a sud vi è una città di circa 80mila abitanti; la revisione dei collegi elettorali, grazie ai quali questo territorio, finalmente, riesce ad esprimere delle rappresentanze in Parlamento. E poi tutta una serie di altre opportunità che scaturiranno a breve: la “nuova” statale 106, lo sviluppo del porto di Corigliano, l’elettrificazione della rete ferroviaria, processi a cui governi e regione stanno imprimendo un’accelerazione proprio perché vi è da servire una grande città, la più importante della provincia di Cosenza. In ultimo ma non per ultimo, la riapertura della vertenza sul Tribunale, anche grazie alla funzione a cui sono stato delegato dal popolo, quale rappresentante del territorio democraticamente eletto nel Senato della Repubblica. Auspico, insomma, che i cosiddetti “scissionisti” inizino a sognare con noi quella grande Corigliano Rossano del futuro, una città vera da lasciare in eredità alle future generazioni che così potranno ricordare i grandi uomini che l’hanno “costruita” e non quelli che l’hanno distrutta». Lo afferma il senatore di Fratelli d’Italia, componente della commissione Giustizia, Ernesto Rapani.
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