Intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche. E poi servizi di osservazione e controllo, perquisizioni. Il tutto per cristallizzare attraverso una dettagliata ricostruzione un'organizzazione criminale riconducibile alle 'ndrine Forastefano-Abbruzzese operante nell'hinterland dell'alto Ionio cosentino con collegamento nelle province di Vibo Valentia e Reggio Calabria, ma anche in Germania, Olanda e nei Paesi dell'Est europeo oltre che in Sud America.
Associazione finalizzata al traffico di sostanza stupefacente, reati in materia di armi e reati fine in materia di stupefacenti, a vario titolo contestati a 25 indagati nell'operazione condotta in Italia e in altri Paesi dell’Unione Europea, da militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, con la collaborazione del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.), delle Forze di Polizia della Germania e del Belgio, e il supporto di Europol, con il coordinamento della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, unitamente alla rappresentanza Italiana di Eurojust, nell’ambito di una Squadra Investigativa Comune tra le Autorità Italiana, Tedesca e Belga.
"Notevoli - come si legge nell'ordinanza del gip Arianna Roccia - le capacità di intavolare trattative per l'importazione di partite di cocaina dal Sud America, da destinare al mercato europeo e in particolare al territorio calabrese".
E anche se, a volte, criptati, i dialoghi intercettati dagli investigatori hanno fatto emergere "un quadro di assoluta certezza" in merito ai reati contestati. Ingenti i quantitativi di cocaina, eroina e hashish che arrivava e veniva consegnata a chi aveva il compito di ritirarla. Cinquanta chili, ad esempio, quella che dal Sud America sarebbe dovuta giungere in Germania e, infine, in Italia per le piazze delle Sibaritide. Passaggi che venivano corredati con foto che ritraevano il carico di droga pronto per la spedizione, i mazzetti di banconote e addirittura i conteggi delle somme di denaro da ciascuno investiti nelle operazioni illecite.
Passaggi che venivano effettuati per coprire gli stipendi dei carcerati. Per incrementare quella "bacinella comune" dove confluiscono i proventi illeciti, da destinare in parte al mantenimento dei carcerati. Passaggi bloccati per via del Covid che rendeva gli spostamenti più difficili. Ma non impossibili.
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