di GIACOMO FRANCESCO SACCOMANNO*
È inammissibile che in uno Stato civile e democratico si chieda a dei seri professionisti di prestare la propria opera senza che vi sia alcuna garanzia e tutela. Solo in Italia succedono cose del genere! A parte la palese illegittimità della situazione non potendosi richiedere ad un lavoratore di prestare attività intellettuale senza alcuna tutela e senza fornire allo stesso una copertura previdenziale ed assicurativa, vi è una questione morale -per chi ancora la riconosce- che impedisce uno sfruttamento evidente e un certo abbassamento dell’interesse a condividere azioni del genere. In modo del tutto anomalo, ma che rappresenta un vero spaccato del problema, è la possibile analogia tra i giudici onorari e i migranti. Entrambi svolgono delle indispensabili attività per la Nazione ed entrambe le categorie sono senza alcuna effettiva tutela. Anzi, per quest’ultimi c’è una grande attenzione e la emissione di diversi provvedimenti, nel mentre per i primi esiste solo una pesante ed inspiegabile disattenzione, oltre che un imbarazzante silenzio. Eppure, oggi, una gran parte dei problemi del sistema giustizia -che non funziona e nessuno ha avuto il coraggio di riformare seriamente- sono risolti proprio dai giudici onorari che prestano assistenza qualificata -esclusa qualche eccezione- al capezzale di un quasi moribondo. In un paese serio questo non accadrebbe mai, ma siamo in un’Italia che ha dimostrato una vera insensibilità verso coloro che forniscono dei servizi senza mai alzare la voce. Quanto accaduto, pertanto, dovrebbe far riflettere il Governo che ha l’obbligo di intervenire immediatamente per eliminare questa incivile ed intollerabile anomalia e ripristinare una legalità troppo spesso calpestata anche dalle istituzioni.
*capogruppo consiliare Lega Comune di Rosarno
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