di PAOLO CRISTOFARO
Di proteste in giro per la Calabria se ne vedono tante, soprattutto in Regione. Ma oggi in strada, davanti la Cittadella, si sono presentati quelli che, di solito, sulla strada ci vanno ogni giorno per salvare le vite: gli operatori del 118. Medici - e non solo - da tutta la Calabria si sono organizzati questa mattina per far sentire la loro voce, per chiedere rispetto e dignità nei confronti di una professione, la loro, indispensabile per garantire il primo soccorso ai cittadini, per essere là dove nessun altro si trova nei momenti più critici. "Vengo da una notte passata in postazione, ma non potevo lasciare soli i colleghi. Bisogna ricordare quanto sia importante il lavoro che facciamo. Se la situazione dovesse rimanere così, il 118 in Calabria sarà al collasso", spiega una dottoressa.
"Ci sono i contratti bloccati da anni. Siamo sottopagati nonostante il nostro lavoro sia un continuo lottare tra le centinaia di chiamate di soccorso che arrivano, la carenza di mezzi, di medici e di materiali necessari", dicono gli operatori.
"Professionisti come noi, che però non lavorano al 118, ma in altre strutture pubbliche, guadagnano molto di più. Non capiamo perché nonostante il nostro impegno professionale e umano, il nostro ruolo debba essere sminuito e dimenticato."
In Cittadella la voce dei medici si è sollevata anche contro la delibera che ha negato loro l'indennità aggiuntiva professionale, aumentando ancora di più le già riscontrate situazioni di disagio.
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