Gli s-nodi della scuola, da dove ripartire a settembre?

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  30 aprile 2020 10:11

di GIOVANNA BERGANTIN

Il periodo è quello che precede i risultati di fine percorso degli studi con tutti i rituali che questo evoca a genitori, docenti, ma soprattutto a studenti e alunni. In questo anno particolarissimo le cose non andranno come da copione. Saranno diverse, certamente. Ma come? E’ la domanda che tutti ci poniamo, osservatori e interessati.  Con trasporto si leggono le opinioni di studiosi e filosofi, le consulenze degli esperti, si ragiona, si discutono le strategie adottate in Svezia, in Germania, in Francia. Ma di fatto aspettiamo le linee decisionali degli uffici competenti. Chiaro che qui non siamo ad un concorso a quiz e la risposta esatta non la conosce nessuno. Tanto meno noi si presume di conoscerla. Ma la questione merita una riflessione e in sala d’attesa si può avanzare qualche spunto al dibattito.

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Tralasciamo gli esami di Stato in presenza che scorreranno velocemente: cinque candidati/maturandi al giorno per il colloquio e qualche formula applicata al voto con o senza lode finale. Il discorso è da riaprire a settembre per far tornare nella loro scuola alunni e studenti, con tutte le criticità e le fragilità che questo virus molesto, mortale anzi, ha messo a nudo, evidenziando i reali problemi del sistema e facendo uscire fuori tutto ciò che prima non sapevamo. Da dove ripartire? Come anticipare il domani, come prevedere il futuro?  Per la scuola i termini da ripensare sono quelli della tutela alla salute, del trasporto, della sicurezza, della socializzazione, della relazione e del distanziamento sociale, delle modalità didattiche, dell’insegnamento, della pianificazione dei saperi, dei tempi e della valutazione, tutti da reinventare, e tanto altro ancora che riguarda una platea di persone che è ampia quanto l’Universo. Serve riflettere, elaborare contributi ragionati su come ripartire e anche al più presto, ma lasciandosi dietro tutto ciò di cui si era certi, facendo i conti con le novità acquisite e ripensando il domani. Andare oltre, lasciare l’oggi dietro di sé. Cercando di uscire dallo sterile mismatch a squadre e da inutili protagonismi che non aiutano la scuola e non propongono strategie accettabili.

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Nell’esercizio nessuno si innamori delle proprie idee e non chieda a questa vecchia maestra, forse, obsoleta, ma che bene o male, ha formato tutti i nostri migliori professionisti, di piegarsi alla situazione, abdicare d’emblèe alla sua missione vera e principale di educatrice. Una sfida per nulla semplice, complessa, che non risolveremo con le linee guida o i comitati di esperti, ma con un cambio epocale di visione che anticipi le situazioni e percorra nuove strade partendo, perché no, da una ‘conversione’ di mentalità messa in moto dalla stessa scuola militante. Per fare ciò non bisogna perdere altro tempo, ma  basarsi sui dati conosciuti per spiccare il volo nell’inesplorato. Proprio come librarsi in volo sulle ali di Leonardo.

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