“Molti si chiedono come sia possibile che il Movimento Diritti Civili, un simbolo per quello che rappresenta, con la sua esemplare storia venticinquennale, conosciuta e apprezzata in Italia, dal Vaticano e nel mondo, non venga oggi chiamato, nell’ambito sociale e di giustizia, a far parte del Governo Draghi, a differenza invece dei tanti personaggi, più o meno sconosciuti e miracolati, senza alcuna esperienza e senza aver mai fatto neanche una sola delle mille battaglie civili, di Giustizia e iniziative umanitarie promosse in un quarto di secolo dal fondatore e leader del Movimento, Franco Corbelli”, si legge in una nota dello stesso Movimento Diritti Civili.
"Sono numerosi i messaggi che arrivano a Diritti Civili, a questo proposito, Tantissimi quelli che, increduli, pongono questa domanda: perché escludere dal Governo un simbolo come Diritti Civili e con esso la stessa Calabria che questo Movimento da sempre rappresenta, con orgoglio, in Italia e nel mondo? Che esempio e messaggio si dà in questo modo al Paese? Del resto a favore del Movimento parla la lunga storia e i numeri impressionanti, che non hanno eguali e che danno un’idea precisa, inequivocabile della incredibile, straordinaria azione e forza posta in essere ogni giorno da questo piccolo Movimento, nato in Calabria, nel giugno del 1995, ed arrivato a farsi conoscere e stimare a livello internazionale, come, in particolare, nel caso della grande opera umanitaria del Cimitero internazionale dei Migranti, in fase di realizzazione a Tarsia, apprezzato e conosciuto a livello mondiale. Le cifre delle battaglie e grandi conquiste di Diritti Civili sono assai eloquenti: oltre 1300 le lettere arrivate dall’Italia a Diritti Civili in 25 anni. Un migliaio i casi affrontati e in grandissima parte tutti risolti".
"Tutte le battaglie sempre e soltanto autofinanziate, con il modesto stipendio di docente dello stesso Corbelli. Mai voluta una sola lira euro di finanziamento, né pubblico,né privato. Quasi tutte le regioni italiane interessate in qualche battaglia e iniziativa umanitaria di Diritti Civili. Così come una sessantina di Paesi stranieri, di quattro Continenti, dall’Europa alle Americhe, dall’Asia all’Africa, che hanno visto (almeno) un/a loro connazionale difeso, aiutato e, spesso, salvato da Diritti Civili. Tutte queste storie e i prestigiosi riconoscimenti ottenuti, a livello nazionale e anche internazionale, sono ricordati e documentati nel sito(www.diritticivili.it) e, in parte, sulla pagina Fb di Diritti Civili. Il leader di Diritti Civili, Corbelli, ringrazia quanti “auspicano un riconoscimento per il suo Movimento,ma, dichiara, che al Palazzo e al Potere preferisce la strada, da sempre il suo mondo, dove continuare, come sempre a mani nude e insieme e per gli ultimi, le sue battaglie di Civiltà e Giustizia, come sta facendo, in questo momento e già da molte settimane, per la chiusura delle scuole, per scongiurare una strage di contagi di studenti e professori nelle aule”.
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