"Ha già un'indagine in corso. Questo è pazzo": oculistica e intramoenia 'allargata' al centro dell'inchiesta catanzarese

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Il reparto di Oculistica del presidio ospedaliero Pugliese
  15 luglio 2025 18:46

di GABRIELE RUBINO

Che sia al presidio Pugliese o al Policlinico, alla 'Dulbecco' c'è un problema di 'vista' nella sanità catanzarese. Non pochi decimi ma una pronunciata miopia. Le recenti inchieste, quelle che hanno fatto tremare camici e colletti bianchi, hanno messo a fuoco i reparti di Oculistica. L'ultima, una settimana fa alle latitudini di Germaneto, l'altra di un anno e mezzo addietro al Pugliese. Se questa riguardava, fra le altre contestazione, la presunta appropriazione di materiale pubblico per fini privati il terremoto giudiziario odierno (che vede 20 indagati anche di altri reparti LEGGI QUI) parte e si dipana dalla stessa Oculistica (del Pugliese). Il filo rosso con il 'gemello' del Policlinico riguarda l'attività libero professionale. Chi ha nel contratto il regime di esclusività, e quindi prende un'indennità pubblica aggiuntiva, non può svolgere la professione in privato. A meno che, non sia debitamente autorizzato. E qui entriamo nel limbo dell'Alpi 'allargata'. Ossia, il medico pubblico può esercitare in spazi privati (negli studi) a patto che riconosca il dovuto all'azienda pubblica di appartenenza. E' questo il fulcro dell'inchiesta odierna che nasce da un filone delle carte già compulsate dagli organi inquirenti negli anni scorsi. Come nelle puntate precedenti, la voglia di guadagni facili è ben percepibile ancor prima di eventuali ipotesi di reato. 

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La base di partenza è la 'l'occhio' ma si estende. Questa volta a cardiologi, a dentisti privati e a un ginecologo. E, ovviamente, all'ufficio dell'ex 'Pugliese' che avrebbe dovuto verificarne la regolarità. Assertive sono le comunicazioni captate dal direttore dell'Alpi Gino Mancuso su prenotazioni in favore di Scicchitano, il primario del Pugliese finito nei guai già nella precedente inchiesta. Doveva passare tutto dagli uffici dell'ospedale pubblico, ma si aggirava il meccanismo con una 'annotazione' postuma e senza gli effetti guadagni dell'allora azienda ospedaliera. Molto assertivo un esempio di un conversazione captata fra Mancuso e un potenziale paziente di Scicchitano. "Ma è pazzo già avi un'indagine in corso lo può fare solo allo studio suo non qua". 

Scicchitano, ovviamente, è indagato per non aver avuto alcuna autorizzazione per l'Alpi 'allargata' mentre all'apposito ufficio guidato da Mancuso di non avere impedito tutto questo. A danno del pubblico. 

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