di EDOARDO CORASANITI
Truffa e malversazione a danno dello Stato. La prima aggravata dal conseguimento di erogazioni pubbliche. La seconda consistita nell’acquisto di cosmetici, elettrodomestici, giocattoli per l’infanzia “in evidente contrasto con il reale utilizzo” a cui sono destinate le somme dalla Regione Calabria. Sono questi i capi d’accusa che la Procura di Catanzaro ha mosso nei confronti di Giuseppina Ranieri, 52 anni, e Angelo Gullà, 52 anni. I due, sposati, sono legati al Centro disabili Prisma Onlus, un’associazione di San Sostene (Catanzaro) che si occupa di favorire l’inserimento sociale e supportare i familiari dei ragazzi diversamente abili. Ranieri è il rappresentante legale dell’associazione fino al 2016, Gullà lo diventa successivamente.
E’ il sostituto procuratore Anna Chiara Reale a volerci vedere chiaro. Il magistrato ha aperto un fascicolo, chiesto ed ottenuto il sequestro preventivo di beni immobili, beni registrati e somme detenute presso la banca.
Il procedimento penale trae origine dalle denunce sporte da alcuni familiari dei ragazzi disabili ospiti nella struttura.
In particolare, i legali rappresentanti avrebbero rappresentato agli iscritti ed operatori di non aver percepito i fondi pubblici, imponendo ai parenti degli ospiti la vendita di alcuni biglietti di una lotteria per recuperare soldi. E se non vengono venduti, il prezzo sarebbe stato più salato: acquistare il resto dei biglietti non venduti, dietro la minaccia di non fornire l’ospitalità per il futuro.
E se l’ospitalità viene chiesta per il sabato e per la domenica di agosto, la risposta sarebbe stata un secco no. Ma la convenzione con la Regione Calabria dice altro, ovvero che la disponibilità dovesse essere illimitata.
Sono anche le fatture ad incastrare gli indagati, nelle quali si leggono “prodotti acquistati per il soddisfacimento di esigenze personali, nonostante siano state fatturate nei confronti dell’associazione”.
E quindi l’elenco dei prodotti sospetti: giocattoli destinati ai figli dei coniugi, detersivi per lavatrici, lavastoviglie, yogurt Fruttolo, biscotti Nipiol, pastina, pannolini, omogenizzanti difficilmente compatibili con l’età degli ospiti della struttura.
Ancora: struccanti, fondotinta, matita per gli occhi, assorbenti, shampoo, rasoi, deodorante, divani e cucine.
La truffa, invece, si sarebbe materializzata così: dichiarando che la struttura fosse operativa durante i periodi festivi ed in particolare durante le festività natalizie ed il mese di agosto, che la struttura fosse operativa anche di sabato, che il Prisma fosse attiva in alcuni momenti dell’anno durante i quali non risultavano essere assunti dipendenti.
Elementi che avrebbero indotto in errore la Regione Calabria sulla reale operatività dell’Onlus e quindi sulla quantificazione del contributo da erogare. Di fatto, per la Procura, si tratterebbe di un ingiusto profitto (di cui una parte, però, risulterebbe prescritta).
Dopo la lettura e stesura degli atti, ad agosto la Guardia di Finanza ha eseguito la misura cautelare reale e il sequestro di automobili, proprietà immobiliari e denaro presenti sul conto corrente di Ranieri e Gullà.
La decisione non trova d’accordo gli indagati (difesi dall’avvocato Vincenzo Ioppoli), i quali hanno presentato un ricorso al Tribunale del Riesame per ottenere il dissequestro dei beni e per rigettare le accuse. L’udienza è prevista per il prossimo 17 settembre.
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