di EDOARDO CORASANITI
“Andremo avanti ad oltranza fin quando non verrà risolto il dramma in cui ci hanno cacciato”.
Venerdì è già arrivato, la mezzanotte è scoccata e la freccia della rabbia continua a percorrere la Cittadella Regionale: senza arretrare di un passo, senza lasciare la presa di quella che è la battaglia per rimanere aggrappati al lavoro, i precari del Pugliese-Ciaccio sono rimasti fedeli alla promessa annunciata ieri mattina di occupare il palazzo del governo calabrese (LEGGI QUI). Così è stato ieri, così sarà ancora oggi. Ad oltranza.
Sul tavolo c’è il futuro di 200 persone che si trovano catapultate nel vortice della disoccupazione e gli strumenti di lotta sembrano diventare naturali, fisiologici, scontati anche per chi ha condotto finora una vita sostanzialmente moderata.
Le riunioni di ieri negli uffici regionali, le richieste dl governatore Mario Oliverio e le risposte piccate del commissario della sanità, Saverio Cotticelli, non hanno levato il velo dell’incertezza, lasciando ancor di più in acque agitate i precari. Adesso alzano il tiro accarezzando l’idea di scendere in piazza martedì prossimo per una manifestazione pubblica su Corso Mazzini di Catanzaro.
C’è questo in cima all’agenda della battaglia che si combatte tra burocrazia, nuovi assetti governativi (nei prossimi giorni la spinosa questione verrà sottoposta all’attenzione del neo ministro della Sanità, Roberto Speranza) e una politica timida nel fornire risposte sufficienti.
Nel frattempo, i sanitari ricevono anche la solidarietà dei colleghi che lavorano in altre strutture ospedaliere della città e che si dicono disposti a manifestare insieme. La notizia corre sugli smartphone che stanno per esaurire la carica della batteria. In questo puzzle di incertezza e timore, di paura e protesta, c'è anche spazio per un sorriso.
E’ notte, i cartoni della pizza per la cena sono svuotati, i sacchi a pelo pronti ad essere utilizzati, il cellulare segna il nuovo giorno e ad occupare il piazzale di fronte la Cittadella sono una decina. Tra di loro anche ad un rappresentante dell'Usb, mentre prima si registrava la solidiarietà e la presenza di una decina di attivisti catanzaresi.
Alcuni precari sono andati a dormire a casa. Non tutti hanno ricevuto la lettera di licenziamento e qualcuno fra poche ore attacca il turno in ospedale. Per tutti e 200, però, lo spettro del licenziamento incombe sempre più velocemente.
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