I social network: la nuova frontiera della didattica universitaria

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Ludovico Abenavoli
  24 ottobre 2019 12:13

Con il termine social network, letteralmente “rete sociale”, si intende quelle relazioni tra persone accomunate da svariati interessi che si ritrovano nell’ambito di una comunità virtuale. I social network sites secondo la definizione corrente, sono delle piattaforme che hanno come principale funzione quella di riprodurre online il network delle relazioni esistenti nel mondo reale, permettendo agli utenti la creazione di un profilo composto da una serie di informazioni utili ad identificarlo e descriverlo al fine di formare un proprio network di contatti, con i quali interagire e comunicare utilizzando gli strumenti offerti dal sito stesso. Rispetto alle tradizionali comunità online basate sugli interessi, i social network offrono un ulteriore livello di connessione che si basa sull’idea semplice ma rivoluzionaria della condivisione, sviluppando una forma evoluta di comunicazione incentrata sulla strutturazione di mappe relazionali. Inizialmente ideati come strumento ad uso e consumo del mondo universitario, oggi i social network si impongono come potenti mezzi di comunicazione di massa, che favoriscono indiscutibilmente la libera circolazione delle idee e delle informazioni. Non solo Facebook, ma anche Instagram, Twitter, Linkedin, Google+ e tanti altri.

Un fenomeno in continua espansione e aggiornamento, le cui potenzialità e prospettive sfuggono agli stessi creatori di questi mondi virtuali. Aspetto peculiare e caratterizzante è la struttura fondata su partecipazione e collaborazione da parte degli utenti. La presenza di aree dove condividere interessi, scambiare idee e confrontarsi su esigenze di apprendimento, sta emergendo in maniera forte nei vari social network a testimonianza di come si diffonde specie nelle nuove generazioni, la necessità di non separare più gli ambiti della didattica formale da quelli informali oltre che da quelli a scopo ricreativo. L’apprendimento ora disancorato dalle caratteristiche stesse proprie di un contesto formale, si pone in un’ottica in cui la condivisione di interessi comuni, l’interfacciarsi su obiettivi, esperienze e pratiche professionali, trovano nuove forme di comunicazione. Nella rete dove vivono e si nutrono, questi giganti accrescono le conoscenze del singolo, informano chi vuol essere informato, aggiornano chi vuol essere aggiornato ma soprattutto ricordano. Una grande banca dati collettiva a portata di un click. Sempre in continuo e rapido movimento, veloce come la società in cui viviamo. Una realtà che si modifica 24 ore su 24, 365 giorni l’anno, senza pause, né scioperi o interruzioni. Aspetto questo reso ancora più interessante se si considerano le applicazioni su tablet e telefoni digitali. Consideriamo quindi la didattica rapportata con il social network più famoso e cioè Facebook. A tal fine si possono usare sia le fan page che i gruppi. Questi ultimi offrono diverse possibilità, come: creare un gruppo chiuso di docenti e discenti a cui non possono iscriversi elementi esterni, creare una discussione di gruppo continua, spingere e favorire gli studenti nella creazione di gruppi di studio. Le fan page a differenza dei gruppi, sono tipicamente aperte a tutti gli utenti Facebook e servono a raggiungere un pubblico più vasto, magari per un confronto su metodologie usate o per la condivisione di alcuni risultati. Quindi Facebook come laboratorio in cui il brain storming può portare alla produzione di risorse intellettuali, dove gli utenti non sono più semplici consumatori di risorse ma anche creatori, con una didattica che si trasforma da lineare e frontale a reticolare e connettiva. In questo senso emblematica è l’esperienza dell’Università Cà Foscari di Venezia che è presente su Facebook, Twitter e YouTube. Ciascun social network veicola un differente tipo di informazione. Facebook principalmente informazioni di servizio, Twitter aggiorna in tempo reale sugli eventi in corso nell’Ateneo. YouTube viene utilizzato per raccontare alcuni degli appuntamenti più importanti, mostra lezioni integrali e raccoglie le interviste ai principali ospiti di Ca’ Foscari. Un altro progetto didattico dove il social networking incontra l’alta educazione, prende il nome di “University of the People”.

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Questa istituzione virtuale ha come obiettivo quello di mettere gratuitamente l’istruzione universitaria alla portata di tutti i webnauti attraverso il distance learning. L’idea è quella di applicare letteralmente il social network all’accademia. Il materiale per i corsi è già disponibile online inserito da numerosi Atenei, le classi sono composte da 10/15 studenti, muniti di un curriculum prestabilito e libri di testo consigliati. Ultimo in ordine di apparizione, ma non meno importante è Instagram. Questo social permette di scattare fotografie, applicarne filtri particolari e condividerle in tempo reale, non solo con gli altri utenti della community ma anche con i contatti di altri social come Twitter e Facebook. Alle fotografie è possibile aggiungere delle didascalie e dei commenti, si possono taggare le persone e ognuno è libero di condividere le immagini di altri, consentendo anche di realizzare brevi video. La peculiarità di “agganciarsi” ad altri social permette a questa applicazione di avere un effetto virale non indifferente. Grazie alle numerose pagine dedicate alla didattica in ambito medico, con la pubblicazione continua di contenuti sotto forma di fotografie, Instagram è diventato in poco tempo uno strumento didattico che attraverso il proprio uso, permette di costituire schemi mentali che cambiano lo status del soggetto da consumatore di informazioni in quello di produttore attivo di conoscenza.

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Concludo con i numeri impressionanti del progetto di apprendimento online lanciato dall’Università Federico II di Napoli, attraverso il suo portale di web-learning Federica, dove si contano 10 mila utenti giornalieri provenienti da oltre 100 Paesi diversi. I numeri dell’enorme successo dell’iniziativa parlano da soli: 300 corsi online, 5 mila lezioni in un unico formato standard, 6 mila link a risorse esterne, 700 video e 3 mila documenti. Di fronte alla rivoluzione culturale ma soprattutto nel modo di concepire, di elaborare e quindi di offrire didattica che stiamo vivendo, si rende necessario un update della gastroenterologia sia nel web che nei social network.

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Ludovico Abenavoli

Professore associato di gastroenterologia, Università Magna Graecia di Catanzaro

Presidente della Società Italiana di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva (SIGE) sezione Calabria

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