Italia Viva si "battezza" in Calabria. Il partito di Matteo Renzi comincia a strutturarsi a livello locale a circa un mese dalla sua nascita alla Leopolda. L'appuntamento a Catanzaro (sarà seguito da un altro a Cosenza) cade nel bel mezzo del valzer sulle candidature alle prossime elezioni Regionali. Per il momento non ci si sbilancia, anche perché l'unico candidato in campo, Mario Oliverio, è quello a cui la platea dei renziani calabresi chiede "discontinuità". Il coordinatore nazionale Ettore Rosato ammette: "In questa fase siamo volutamente disorganizzati". Solo dopo la stagione della raccolta delle adesioni si andrà avanti con l'organizzazione che Rosato ha promesso essere: "Solida ma leggera". Ci saranno i coordinatori provinciali, ma saranno decisi da Roma e "l'indirizzo" sarà quanto più possibile unitario a sconfessare uno dei punti deboli del Pd (da cui molti dei presenti provengono).
Si va a caccia di chi ha "energie e punta al futuro". Politicamente la lettura di Rosato è che si parte da due presupposti: "Non c'è più il centrodestra, c'è una destra di Salvini, Meloni e Casapound". Implicitamente l'esca per i moderati di Berlusconi è lanciato. "Dall'altra parte c'è una sinistra che usa strumenti antichi per affrontare problemi nuovi". Nel mezzo, dice Rosato: "Andiamo a coprire questo vuoto. E vogliamo guardare al futuro. Lo spazio del futuro non è solo quello dei giovani. La saggezza fa assumere il senso di responsabilità. Lo Stato deve occuparsi del futuro". Oltre ai passaggi generali, Rosato parla anche e soprattutto da coordinatore nazionale: "Stiamo costruendo un partito: sono consapevole della responsabilità che mi è stata affidata. L'articolo 1, l'avevo detto alla Leopolda, è che dobbiamo fare una squadra: non tollererò chi fa la sua squadra. Quando ce n'è uno bravo che passa, dobbiamo andarlo a prendere". Il riferimento non casuale era al Pd.
Al suo ex partito ha fatto riferimento chi si è occupato dell'organizzazione dell'evento, la senatrice Silvia Vono. Le stilettate contro il Movimento Cinque Stelle erano pienamente intellegibili. "Bisogna avere il coraggio di cambiare idea- ha esordito. C'è un valore come dignità che imporebbe di non illudere i cittadini calabresi che quel consenso che non hanno più è nascosto da slogan che non hanno più nessun contenuto". Contenuti che Vono dice poter esserci nel nuovo percorso di Italia Viva che propone la terapia shock, in particolare sugli investimenti per il Sud ed anche per questo ha voluto far leggere i primi "risultati" di finanziamenti per il Mezzogiorno strappati nella prossima legge di Bilancio. Vono ha esibito anche le prime "conquiste". Una decina di amministratori (ed ex amministratori) del catanzarese che hanno deciso di aderire ad Italia Viva, presenti in sala insieme ad un mostro sacro della politica calabrese come Carmelo Pujia. Rosato ha sottolineato che Iv punterà molto sugli amministratori locali. Un concetto su cui si è concentrato anche il senatore Ernesto Magorno che senza nascondere "la bocciatura per la Giunta Oliverio", ha insistito sulla necessità di "tornare ai municipi", lui che è sindaco di Diamante. Sebastiano Barbanti ha ricordato la necessità di aumentare l'occupazione in Calabria mentre la deputata Stefania Covello ha detto del timore che come è stato prima per i 5Stelle, la Calabria "possa diventare un granaio di voti per la Lega di Salvini".
La prima kermesse dei renziani in Calabria non ha lasciato indefferenti alcuni ambienti della società civile e dell'imprenditoria. In sala è stato avvistato il presidente della Camera di Commercio di Catanzaro Daniele Rossi, mentre a parlare c'è stato pure l'italo-australiano Nicola Carè che sarà una sorta di referente per la circoscrizione estero dicendo che con Italia Viva "finalmente alcuni italiani all'estero con idee potrebbe trovare un casa". Parecchi altri moderati, in Calabria, potrebbero avere la stessa sensazione. (g.r.)
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