Il cinema che rende liberi: il film 'Figli del Minotauro' nella Casa circondariale di Paola

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images Il cinema che rende liberi: il film 'Figli del Minotauro' nella Casa circondariale di Paola


  09 dicembre 2024 18:05

 Migliorare la qualità della vita della popolazione detenuta, significa anche attivare percorsi di apprendimento culturale all’interno delle Case di detenzione. È questa l’esperienza portata da Eugenio Attanasio della Cineteca della Calabria unitamente al Direttore della Casa Circondariale di Paola Emy Boccagna  i quali hanno proposto  ai ristretti la visione del film Figli del Minotauro/storie di uomini e animali, che racconta la storia della transumanza, con una interessante e partecipata conversazione dopo la proiezione. 

Nell'opera si parla di una Calabria diversa ma anche una storia universale, quella del rapporto tra gli uomini e gli animali che parte fin dalla preistoria. Gli allevatori di podoliche, sono i depositari oggi di una cultura millenaria, praticando l'allevamento estensivo, una forma ecosostenibile di agricoltura. La troupe ha ripreso per ben tre anni monticazione e demonticazione della famiglia Mancuso di Marcedusa, composta dallo zio Salvatore e dal nipote Antonio, che mantengono ancora i richiami verbali con i quali riescono a comunicare con gli animali, chiamandoli per nome e riuscendo a farsi intendere. I campanacci disegnano un paesaggio sonoro, illustrato nel film  dal un etnoantropologo di fama come Antonello Ricci, riconoscibile agli allevatori, agli animali, alle comunità che attraversano e che si sono formate come stazioni di posta della transumanza. La transumanza modella le relazioni tra persone, animali ed ecosistemi. Implica rituali e pratiche sociali condivisi, prendersi cura e allevare animali, gestire terreni, foreste e risorse idriche e affrontare i pericoli naturali. Nel 2019 è stata inserita  dall’UNESCO nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale.

Belle le emozioni e  le sensazioni  suscitate da questo primo esperimento sia per il pubblico ma anche per i formatori :   attraverso il linguaggio cinematografico, inteso quale strumento di reinserimento sociale di persone sottoposte a limitazione della libertà personale, insieme ai film, si viaggia in un mondo libero, a contatto con la natura come questo della transumanza. È un progetto ambizioso, che sarebbe stato impossibile immaginare e realizzare senza l’apporto e la collaborazione di tutto il personale della casa circondariale che ci piace citare ringrraziandoli, a partire dal direttore dr. Emy Boccagna , All’ispettore Ercole Vanzillotta, alle educatrici Piera Metallo, Maria Oliverio e Anna Gentile alla polizia penitenziaria tutta. Dopo questo primo appuntamento sono previsti altri incontri per proporre altri materiali custoditi negli archivi della Cineteca della Calabria

 


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