Il Codacons chiede l’accesso agli atti per capire come siano stati utilizzati i proventi delle accise 

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Il Codacons chiede l’accesso agli atti per capire come siano stati utilizzati i proventi delle accise 
Francesco Di Lieto
  23 novembre 2019 15:09

 "Soltanto per il terremoto in Irpinia incidono per 0,0387 euro a litro. Parliamo delle accise, tasse che costituiscono una boccata d’ossigeno per le casse dello Stato quando si verificano delle “emergenze”.  Il ricavato viene, infatti, utilizzato per far fronte a calamità naturali come terremoti e alluvioni. Si tratta di una situazione di emergenza - si legge in una nota del Codacons - anche se, una volta introdotta, l’accise non viene mai più ritirata".

"Basta pensare che ancora oggi, ogni volta che facciamo benzina, sosteniamo le spese per la guerra in Etiopia, finita da più di ottant’anni.
Per renderci conto di ciò che paghiamo ecco l’elenco delle 17 accise sui carburanti, a cui va aggiunta l’Iva al 22%:
* 0,000981 euro: per la guerra d’Etiopia (1935-1936);
* 0,00723 euro: per la crisi di Suez (1956);
* 0,00516 euro: per il disastro del Vajont (1963);
* 0,00516 euro: per l’alluvione di Firenze (1966);
* 0,00516 euro: per il terremoto del Belice (1968);
* 0,0511 euro: per il terremoto del Friuli (1976);
* 0,0387 euro: per il terremoto dell’Irpinia (1980);
* 0,106 euro: per la guerra del Libano (1983);
* 0,0114 euro: per la missione in Bosnia (1996);
* 0,02 euro: per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri (2004);
* 0,005 euro: acquisto di autobus ecologici (2005);
* 0,0051 euro: per il terremoto dell’Aquila (2009);
* da 0,0071 a 0,0055 euro: finanziamento alla cultura (2011);
* 0,04 euro: per l’emergenza immigrati dopo la crisi libica (2011);
* 0,0089 euro: per l’alluvione in Liguria e Toscana (2011);
* 0,082 euro (0,113 sul diesel): decreto “Salva Italia” (2011);
* 0,02 euro: per il terremoto in Emilia (2012).
A queste emergenze si vanno ad aggiungere quelli più recenti come il terremoto in Emilia o in Abruzzo e le alluvioni in Toscana e in Liguria. 
Ma non è finita. A queste “tasse addizionali” si deve aggiungere l’IRBA (Imposta Regionale sulla Benzina per Autotrazione) che pesa sulle tasche degli automobilisti, anche se solo in alcune regioni (Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Piemonte, Marche e Molise). Il tutto nonostante l’Unione Europea abbia messo in mora l’Italia, chiedendo l'abolizione della tassa regionale, in quanto “non ha finalità specifiche ma unicamente di bilancio, contravvenendo quindi alle norme dell'UE”.

Banner

"Ma noi siamo un paese che si affeziona talmente tanto alle accise - sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons - che non vogliamo mai più eliminarle. Per queste ragioni abbiamo formulato un’istanza di accesso al Ministero delle Finanze per capire come vengano utilizzate le somme incamerate per ogni singola accise. La curiosità riguarda soprattutto le somme incassate per la crisi di Suez o per la guerra nel Libano. Parliamo di cifre impressionanti, visto che il totale di tutte le accise porta la benzina ad alzarsi di quasi 50 centesimi al litro, Iva esclusa. Quindi per un pieno, che è in media circa 50 litri, andiamo a pagare 20 euro di accise. Somma che incide non solo su chi fa rifornimento, ma anche su tutti i prodotti in commercio. Il Codacons da tempo chiede al governo di trasferire le accise dalla benzina ai tabacchi, facendo scendere il prezzo dei carburanti ed aumentando quello delle dannose sigarette che, ogni anno, portano alla morte ben 90mila persone".

Banner

Banner

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner