"Oggi siete qui per assistere a uno spettacolo. Dietro ogni spettacolo c’è tanto lavoro che non è visibile sul palco, ci sono tante lavoratrici e lavoratori che per mesi costruiscono quello che poi avete la possibilità di vedere in scena in una bella serata come questa. Siamo più di 250 mila in tutto il paese. Produciamo il 6% del Pil. E il nostro lavoro, sia nell'ambito artistico, che in quello tecnico, richiede professionalità, formazione e aggiornamento continuo. In seguito alla crisi sanitaria l'intero settore si è bloccato, e sono ormai 5 mesi che non abbiamo, nel concreto, la possibilità di tornare al lavoro. Siamo stati i primi a fermarci e saremo gli ultimi a ripartire". E' quanto si legge in una nota stampa di Approdi, lavoratrici e lavoratori della cultura e dello spettacolo Calabria.
"La riapertura, formalmente prevista per il 15 giugno, - prosegue la nota - si è rivelata estremamente parziale, coinvolgendo solo una parte minoritaria del comparto (si stima una media di 2 lavoratori sui 10 dell'era pre-COVID), e consentendo la ripresa delle attività solo a pochissime realtà che ricevono finanziamenti pubblici, statali, regionali o comunali, e che sono le uniche in grado di sostenere i costi generati dalla messa in atto dei necessari presidi sanitari e di tutela della salute pubblica".
"L'attuale situazione comporta quindi non solo un problema di sussistenza quotidiana per tutti coloro che operano nel settore cultura e spettacolo, ma anche il rischio concreto di perdita di tutte quelle professionalità, spesso altamente specializzate, - ribadisce Approdi - che si sono costruite in anni di formazione ed esperienze qualitativamente riconosciute. Visto che la reale ripresa per questo settore avverrà solo con la risoluzione completa del problema sanitario, rischiamo di non poter tornare a lavoro ancora per molti mesi (forse un anno)".
"Soprattutto nella nostra regione, - conclude la nota del comitato - già martoriata dal problema della disoccupazione in ogni ambito, chiediamo quindi interventi che garantiscano dignità e che vengano indirizzati con urgenza verso le professionalità del territorio. A voi che siete qui e che amate il teatro, la musica, la danza, l'arte, chiediamo di sostenere la causa dei lavoratori dello spettacolo, senza di noi tutto ciò che amate non sarebbe realizzabile. Buono spettacolo!"
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