di ENZO COSENTINO
Il Catanzaro ricomincia da dove aveva lasciato prima della pausa festiva. Vincere è il suo verbo. Possibilmente sempre e comunque. E così anche la “pratica” Taranto è stata evasa. Si dirà per il rotto della cuffia. Sarà pure stato così. Ma quel gol a freddo messo in cassaforte deve essere benedetto. Dal dischetto lo “zar Pietro” ipnotizza Vannucchi e di fatto apre e chiude la danza del gol. Bravo Biasci che il fallo subito se lo è andato a trovare.
La squadra jonica ha sofferto ma ha fatto anche soffrire il Catanzaro. Eziolino Capuano ha incitato i suoi a stringere i denti speranzoso che la sua tattica stancante giocasse qualche brutto scherzo ai giallorossi. Taranto e Catanzaro hanno fatto divertire ma senza provocare emozioni da batticuore. Forse nelle ultime battute sugli spalti dei fans giallorossi si son contati i minuti attendendo il triplice fischio della fine. Quel rosso sotto il naso di Vivarini il signor Giaccaglia poteva evitarlo. Una protesta c’è stata da parte del tecnico Vivarini ma….passabile.
Difesa granitica quella delle “aquile” attacco forse non spumeggiante come è solito essere. Anche le macchine da gol hanno bisogno di qualche allentamento. Importante che questo si capisca e si metta in conto in ogni partita.
Alla resa della giornata si può affermare che anche dopo questa vittoria si può continuare a sognare ad occhi aperti e pensare che “del doma c’è certezza”. Si, perché il “Catanzaro c’è”
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