Cosa raccontano di questi mesi i bambini isolati in casa. Per la docente Maria De Maio DaD ha permesso di stare insieme, confrontarsi, confidarsi le proprie paure “Ma ci mancavano tanto la maestra, la scuola e gli amici” dicono con nostalgia i piccoli delle elementari. Non ci siamo sentiti soli confessa Ana, mamma di tre bambini.
Come ogni anno il mese Giugno segna l’agognata fine dell’anno scolastico. Si chiudono le porte delle aule e si da ufficialmente il via alle vacanze estive. Questo festoso rito di passaggio quest’anno è vissuto da insegnanti e studenti in maniera del tutto nuova. La repentina interruzione delle lezioni in presenza ha infatti costretto anche le scuole a confrontarsi con la cosiddetta Didattica a Distanza, un paradigma educativo complesso, incentrato sull’innovazione tecnologia che, per funzionare, ha bisogno di competenze digitali elevate da parte degli insegnanti e di una stretta collaborazione con le famiglie.
È stata una sfida ambiziosa per il sistema di istruzione della nostra regione che, da sempre, evidenzia notevoli ritardi rispetto al resto della nazione, una sfida in cui il rischio più grave è stato quello di accentuare il digital divide e, quindi, le disuguaglianze sociali, economiche e culturali dei nostri allievi andando a ledere il diritto fondamentale e inalienabile, allo studio e all’istruzione.
Non è stato così all’Istituto Comprensivo Rende-Quattromiglia dove, la collaborazione con il Dipartimento di Informatica e Matematica dell’Università della Calabria e con il Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria ha permesso di avviare, sin dalla prima ora dell’emergenza, una serie di azioni mirate che hanno portato a risultati eccellenti sia dal punto di vista della dispersione scolastica, sia rispetto all’implementazione delle competenze degli studenti e dell’intero corpo docente.
Maria De Maio, docente dell’I.C. Rende-Quattromiglia
Ecco cosa pensano i bambini della scuola primaria di questa esperienza che hanno vissuto
Viola, 1 A (in foto) “All’inizio non è stato molto bello stare a casa, mi mancava tanto la mia scuola, le maestre e gli amici. Avevo paura. Quando abbiamo cominciato a fare le videolezioni al computer ero felice di rivedere i miei amici però non è bello come stare a scuola".
Gabriele 3 A “Quando ci hanno detto che non si andata a scuola all’inizio ero felice, mi sembrava una vacanza. Poi ho cominciato ad annoiarmi perché a casa ero sempre solo, non vedevo i miei amici e non potevo giocare con loro. Della scuola a distanza mi è piaciuto soprattutto fare le videolezioni perché sembrava di essere in classe. È stato anche bello usare di più il computer, ho imparato a fare tante cose che prima non avevo mai fatto”
Alice 5, “La didattica a distanza ci ha permesso di studiare a distanza, anche se lontani ci siamo sentiti vicini. Quando vedevo i miei compagni attraverso lo schermo mi sembrava di essere in classe con loro e avevo meno paura anche del coronavirus. Mi manca stare con loro, li vorrei abbracciare solo che posso farlo solo virtualmente”
Morena 5 B “Io voglio tornare a scuola a settembre, perché dal vivo è tutto più bello”
Ana, mamma di 3 bambini che frequentano la Scuola
“Io ho 3 bambini che frequentano la scuola di Rende- Quattromiglia, di cui due con bisogni educativi speciali. Quando è scoppiata l’emergenza ero sola perché mio marito si trovava fuori per lavoro, ho avuto paura di non farcela. Per i miei figli la scuola non è solo il luogo dove imparano, è l’unico posto dove possono stare con i loro coetanei e sentirsi parte di una comunità che si prende cura di loro. Grazie alla didattica a distanza siamo riusciti ad affrontare i giorni di isolamento, uno dietro l’altro. Avere un compito da fare, collegarsi per la videolezione è significato per noi dare un senso alla giornata, avere qualcosa da fare e da aspettarsi. Alla fine, questi mesi sono volati e anche io come mamma ho imparato tanto ma, soprattutto, non ci siamo sentiti soli”
Anche la scuola dell’Infanzia si è attivata con un percorso denominato “Legami educativi a distanza” (LEAD) che ha permesso ai più piccoli di continuare a sentire le loro maestre e i loro compagni, trasformando la loro abitazione in un laboratorio scolastico improvvisato. Hanno usato tutto quello che avevano a casa per realizzare attività didattiche e si sono divertiti insieme alle loro famiglie.
La DAD è stata preziosa anche per i ragazzi della Scuola Secondaria di Primo Grado che sono stati certamente più autonomi nello studio a distanza, ma estremamente più esposti al rischio della solitudine. Questa età della vita è infatti tutta proiettata verso il gruppo dei pari ed è proprio per questo che sono state incentivate iniziative di Cooperative Learning attraverso cui i ragazzi hanno potuto ritrovarsi nelle aule virtuali, avendo così la possibilità di stare insieme, confrontarsi, confidarsi le proprie paure e le proprie aspettative.
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