di GABRIELE RUBINO
Il fascicolo sanitario elettronico non solo è uno strumento di "civiltà e trasparenza" sanitaria ma, per la Calabria, vale anche 8 milioni di euro. E' l'ammontare della premialità che il ministero dell'Economia e Finanze potrebbe riconoscere al servizio sanitario regionale, se si riuscirà a trasmettere, entro il 31 dicembre, 100 mila referti, con altrettanti consensi "informati" sul trattamento dei dati. A spiegare l'importanza dell'obiettivo è stato oggi, il dg del dipartimento di Tutela della Salute, Antonio Belcastro, durante un incontro "tecnico" con i vari referenti delle aziende pubbliche calabresi. Il fascicolo digitale contiene tutte le informazioni essenziali sull'utente del servizio sanitario (dallo storico delle patologie fino agli esami effettuati).
Non sarà semplicissimo e l'obiettivo è ambizioso. Si parte infatti da una base di circa 33.900 referti registrati su Sogei. Un punto di partenza sudato, visto che, come ha ricordato lo stesso Belcastro: "Quando sono arrivato eravamo ultimi con 0 referti. Abbiamo chiesto al Mef una sorta di recupero crediti, dimostrando che possiamo essere bravi. Da zero abbiamo quasi raggiunto i 35 mila referti: ora dobbiamo fare gol arrivando a 100 mila". Il dossier è stato preso in carico che decisione a partire da aprile di quest'anno.
I canali per incrementare il numero dei referti e degli annessi "consensi" ("altrimenti dal Mef non li vedono", ha avvertito Belcastro) sono sostanzialmente quattro: il portale telematico, i medici di medicina generale, le aziende pubbliche e anche le associazioni di farmacia, che hanno manifestato la propria disponibilità.
Insieme all'innalzamento dei valori LEA (livelli essenziali di assistenza), che se superassero quota 160 potrebbero sbloccare circa 300 milioni di premialità, quello dell'adempimento sul fascicolo sanitario elettronico è un altro tassello della strategia del dipartimento regionale di dimostrare che: "Non per forza la Calabria è l'ultima regione. Se facciamo squadra, siamo i migliori", ha ribadito Belcastro. Il successo dell'operazione 100 mila dipenderà molto dalla reattività dei medici di medicina generale (a stretto contatto con gli utenti) e da quella delle aziende pubbliche che dovrebbero pubblicizzare maggiormente lo strumento.
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