Il Lido Medea di Montepone Lido ospiterà, lunedì prossimo alle 18,00, la presentazione del libro “Scoprirsi down” che racconta la vita (bella) con un cromosoma in più. Una storia raccontata da Alberto Meroni e dal suo papà Ezio. Alla presenza degli autori Alberto ed Ezio Meroni, ai saluti di Mario Migliarese, sindaco di Montepaone, seguiranno gli interventi di Giovanna Vecchio, presidente L’Arca; Maria Dominijanni, coordinatrice Associazione italiana persone down, sezione di Catanzaro e Gerardo Sestito, presidente Ali D’Aquila Onlus. Una storia raccontata da Alberto Meroni e dal suo papà Ezio. “ Alberto è ancora in viaggio, nella pancia della mamma, ma quel cromosoma in più è già evidente. A non sapere ancora della sua esistenza sono mamma Ornella e papà Ezio, che invece attendono il loro bambino con gioia e fede”.
Alberto nel suo libro racconta la sua vita fin da quei primi istanti. Perché per i suoi genitori, sin dalle prime settimane, lui è stato subito, comunque e in ogni caso, il figlio tanto atteso e desiderato. Quel primo compagno di viaggio, il cromosoma 21, non lo lascerà più. Mamma imparerà subito a convivere con quell’intruso. Papà Ezio no. Per lui è tutto più difficile. Perché sa che più difficile sarà la vita di suo figlio, nato con la sindrome di Down. Ed è questo, in fondo, che fatica ad accettare. «L’idea del libro - spiega Ezio Meroni - nacque già nel primo anno di vita di Alberto - ci sono voluti 23 anni di gestazione. Non è stato semplice, ogni episodio narrato, ogni ricordo, ogni parola, è stata condivisa in famiglia. Ma il nostro cammino, pur difficile e a tratti doloroso, è positivo oltre ogni previsione pessimistica sbattuta in faccia dai medici, sin dai primi giorni di vita di Alberto, e da tante persone incapaci di affrontare la sindrome di Down».
Il libro è un lucido, garbatamente ironico quanto doloroso, intreccio delle esperienze vissute dalla famiglia Meroni: a scuola, in oratorio, nello sport, sul lavoro. Un intimo quadro di grandezze e miserie, di medici insensibili, di pettegolezzi di paese, pregiudizi, mancanza di professionalità, ipocrisie, incapacità varie che si affiancano però all’amore dei nonni, al valore degli amici veri, alla generosità di tanta gente. «Perché dal deserto di alcune situazioni - rimarca Ezio Meroni - poi, all’improvviso, spuntano sempre fiori». Che lui e la moglie chiamano Provvidenza.
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