di MASSIMO PINNA
Nei giorni scorsi il gruppo politico "Viviamo Girifalco" ha stigmatizzato e condannato il sospetto antisemitismo di Vincenzo Olivadese, consigliere comunale della maggioranza del sindaco Pietrantonio Cristofaro e segretario locale della Lega.
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Infatti, nel corso dell'ultimo consiglio comunale dell' 8 Febbraio scorso, il consigliere Mario Deonofrio, assumeva una convinta presa di posizione nei confronti dell'atteggiamento connivente del consigliere di maggioranza Vincenzo Olivadese, di fronte ad un commento denigratorio che vedeva come protagonista la senatrice a vita Liliana Segre.
La risposta del consigliere Olivadese, non pervenuta durante la medesima seduta, è giunta qualche giorno dopo, tramite una diffida ai consiglieri del gruppo Viviamo Girifalco. Diffida, nella quale si pretendono le immediate scuse per aver leso l'onore e la reputazione del consigliere di maggioranza.
Sul punto prende posizione oggi il circolo Pd di Girifalco. Partito che ha condiviso nell'ultima competizione elettorale, le idee politiche espresse dal gruppo Viviamo Girifalco e che continua a sostenerne i rappresentanti.
Il Pd, dunque, "condanna fortemente qualsiasi posizione volta ad offendere la memoria storica ed umana del più grande genocidio di tutti i tempi. Siamo convinti che la realtà nella quale viviamo sia condizionata inevitabilmente da quella che viene chiamata erroneamente "realtà virtuale".
Diciamo "erroneamente" poiché si tratta di una nuova realtà fatta di persone vere, teste pensanti con spirito di giudizio e di critica. Si tratta di una realtà alla quale anche gli adolescenti, le nuove generazioni fanno riferimento per conoscere il mondo. Si tratta di una realtà alla quale anche lo stesso consigliere Olivadese ha attinto per promuovere le sue idee ed ottenere consensi durante la sua campagna elettorale".
"Dunque - aggiungono - facendo il punto della situazione, tale realtà è definita "virtuale" ad uso e consumo di chi la utilizza? Siamo convinti che oggi, più che mai, un trattato di mille pagine di offese equivalga ad un like di approvazione ad un insulto rivolto ad una persona che ha marchiato sulla propria pelle, l'orrore al quale può arrivare l'uomo. Ne siamo convinti ancor di più se tale approvazione arriva da un esponente delle istituzioni, colui il quale "dovrebbe" dare l'esempio".
"Un esempio di tolleranza primo fra tutti, rivolto ai nostri ragazzi, gli uomini di domani - concludono - che si approcciano ed interagiscono principalmente con il mondo dei social network".
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