Ad Anna Maria Nucci verrà intestata una via, assieme a suo padre, a Cosenza, il prossimo 26 giugno. Di seguito un intervento di Vincenzo Speziali.
Il tempo, lento e inesorabile! Il ricordo, dolcissimo e struggente! Quando penso ad Anna Maria, sono questi i pensieri e i sentimenti, non affastellati, bensì pulsanti, nel mio cuore oltre che nel mio animo. La ricordo sempre Anna Maria, la ricordo nelle preghiere quotidiane, come parte (...e che parte!) dei miei affetti, di quei simboli a cui rifarsi, nella pratica della politica, della morale, della vita, in tutte le sue sfaccettature, persino quelle dolorose, anzi strazianti.
Già "zia Anna Maria", che ormai non aveva più la grinta della leonessa, poiché non è morta il 18 Settembre del 2017: la signora della Democrazia Cristiana calabrese, ci aveva salutato, il giorno in cui se ne andò (tragicamente e per un crudele destino) il suo Giorgio e lei, cominciò a lasciarci, fisicamente, giorno dopo giorno, con il suo sorriso materno, ferito a morte, pieno di dolore, ma sempre dolcissimo.
Proprio qualche settimana fa, nel mentre continuo a peregrinare la Calabria sua, mia e vostra - in ossequio alla pratica, doverosa e rispettosa, che per costruire un Partito, la gente la si va a trovare e ad incontrare direttamente, in ossequio alle loro storie e dignità- mi sono ritrovato a Cosenza, dove mi ero riproposto un gesto sentito, che sgorga a dal cuore, con il mio affetto di bambino (quale lei conobbe), oggi diventato uomo, marito e padre.
Il telefono in mano, l'ennesima riunione e poi...chiamo Franco Mauro, sposo e custode di una memoria che Anna Maria la fa sentire presente, sempre! <<Franco, sono a Cosenza, mi a compagnia al cimitero, voglio vedere "zia Anna Maria" >>.
In un baleno, Franco arriva, e poi in macchine separate, giungiamo lì, dove lei riposa, in pace, nel silenzio, finalmente e nuovamente, mamma con il suo Giorgio.
Si apre la Cappella, sfioro il cancello nero e tolgo il mio rosario, quello che Moro regalo' alla figlia Maria Fida e che lei ha donato a me (umile epigono della più grande storia politica, sociale e culturale del 900, ma sempre attuale): <<Ciao, è bellissima la tua foto. Sono venuto a trovarti, come promesso, per dirti che mi manchi, che ti voglio bene, che ti penso sempre>>.
Formulo la mia preghiera e tocco quella lapide di marmo, fredda, bianca ma fredda, con in mano la coroncina e sussuro: << è del Presidente! Adesso sei anche con lui! >>.
Io e Franco, usciamo quasi in silenzio, e poi commuovendoci ci salutiamo.
Mentre facciamo rientro a Cosenza, arriva il Wathasapp che lui mi manda, dove apprendo che il 26 Giugno, la città bruzia, la città di Riccardo, di Dario, di don Guglielmo, ma anche la città di "zia Anna Maria", dedica a lei, assieme a suo padre (prima di lei parlamentare e amico e collega di mio nonno), una via: giusto riconoscimento, per la vita e l'impegno, onorato e appassionato, il quale veniva incarnato e personificato, da un sorriso amorevole, materno, che però sapeva essere, al tempo e nel modo consoni, fiero, diretto, massiccio, come il Pollino, come la Sila. Ci sarò il 26 giugno, con la devozione sentita, verso l'amica, verso colei che ricordo in un abbraccio forte e doloroso, nel suo letto, il giorno dopo la morte di Giorgio: il corpo di Anna Maria era ancora tra di noi, ma l'anima, quella, aveva già preso, la via che ci ricongiunge ai nostri cari defunti, nella paterna accoglienza, riservata dall'Altissimo!
Ora l'emozione si fa forte, qualche lacrima scende, però è il dono della fede quello di lenire la nostalgia, lasciata pure a me (figuriamoci a Franco e Guglielmo! ), ma con la certezza di vederla con il suo sorriso, nuovamente splendente.
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