"Mercoledì 11 verrà discusso il nostro ricorso al Tar. Siamo stati costretti a presentarlo perché il Consiglio Regionale, contravvenendo alle norme, non vuole discutere la legge di iniziativa popolare Taglio privilegi, sottoscritta da più di 5mila cittadini".
Così affermano parlamentari calabresi del M5S, che, è scritto in una nota, "continuano la loro azione per il taglio dei costi della politica nella nostra regione".
"È una coincidenza significativa - proseguono - che proprio l'11 si tenga, in contemporanea con la seduta del Tar, un consiglio regionale dove ancora una volta non è all'ordine del giorno la nostra proposta, che consentirebbe un risparmio di 3 milioni di euro all'anno, ma bensì la sostituzione temporanea di due consiglieri, arrestati nell'ambito dell'inchiesta 'Libro nero'. Tutto ciò rappresenta plasticamente la situazione della politica regionale calabrese. Avevano l'obbligo di discutere la Taglio privilegi entro sei mesi dalla data di presentazione, come impone la legge regionale n. 13 del 1983. Ne sono passati 10 dal deposito delle firme ma la casta continua a non prendere in considerazione neanche la discussione in ordine ad un taglio dei loro emolumenti, così come richiesto da più di 5mila cittadini calabresi. Sono costretti però a discutere dei guai giudiziari, dopo aver deliberato nei mesi scorsi a favore del ripristino dei vitalizi per loro stessi. Discutere della nostra proposta e di un taglio alle loro ricche indennità avrebbe dovuto essere un dovere da portare avanti nella regione più povera e peggio amministrata d'Italia.
Invece questo Consiglio regionale rimane insensibile alle richieste dei tanti calabresi che hanno reclamato, con le loro firme, un gesto di equità sociale e preferisce barricarsi nel palazzo - concludono i pentastellati - violando la legge pur di non sentire la voce del popolo. Il Tar l'11 e i cittadini calabresi alle prossime elezioni ci libereranno di tutti questi pessimi politicanti attaccati solo ai soldi e alle poltrone".
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