In Regione il progetto per un impianto di recupero rifiuti speciali a Santa Maria del Cedro

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Progetto impianto Santa Maria Cedro
  13 settembre 2020 12:13

di PAOLO CRISTOFARO

Presso gli uffici della Regione Calabria risulta già avviato il procedimento di Verifica di Assoggettabilità per la Valutazione d'Impatto Ambientale (VIA) di un possibile impianto per il recupero di rifiuti speciali non pericolosi a Santa Maria del Cedro (CS). Il progetto, con lo studio preliminare ambientale, è stato presentato dalla società "G.M. Ecologia S.r.l.", con sede legale a Catanzaro, a firma dell'ingegnere Stefano Adduci, nel mese di giugno 2020.  La ditta, che si occupa di servizi di pulizia, igienizzazione, disinfettazione e spurgo, con riferimento agli impianti fognanti, agli impianti di depurazione e ai pozzi neri, ha intenzione di ampliare la propria attività realizzando un impianto di stoccaggio e recupero di rifiuti speciali non pericolosi appunto. Così se legge nelle carte del progetto. 

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(Posizione geografica dell'impianto in progettazione)

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LOCALIZZAZIONE E TIPOLOGIA DI MATERIALI - Nello specifico il sito ricadrebbe nella zona della località "Impresa", in Via A. G. Parrasio, nel Comune di Santa Maria del Cedro, nel Cosentino. L'area è attualmente classificata al catasto come "Zona per le attività produttive D". Il progetto riporta anche alcuni vincoli insistenti sull'area, come un vincolo sismico, un vincolo paesaggistico ambientale e un vincolo archeologico. I rifiuti che si andrebbero a trattare sono: rifiuti edili (laterizi, intonaci, cemento armato), bitume, terra e rocce, rifiuti biodegradabili di vario genere. 

(Un'immagine della planimetria) 

IL FUNZIONAMENTO DELL'IMPIANTO - Ad impianto operativo, a seguito delle fasi di verifica si procederà alla movimentazione e allo stoccaggio dei rifiuti in cumuli e per tipologie omogenee nelle aree idonee, dotate di etichette identificative. I rifiuti organici saranno stoccati in apposito cassone coperto. Si passerebbe poi alla fase di lavorazione dei materiali depositati. Il processo di lavorazione, previa selezione dei rifiuti da lavorare, consiste nella riduzione volumetrica mediante frantumazione (a mezzo di utilizzo di apposito impianto mobile di frantumazione), al fine di preparare partite di rifiuti con caratteristiche chimico-fisiche omogenee rispetto ad una data tipologia di recupero finale. Il materiale recuperato sarà stoccato nell’area prodotto finito come materia prima seconda (MPS), separato in base alla tipologia. Stabilito il peso reale dei rifiuti, gli estremi del carico e del produttore verranno riportati sul registro di carico e scarico, in ottemperanza alla vigente normativa. Contestualmente si controfirmeranno i documenti di accompagnamento. A seguito delle descritte fasi di verifica si procederà alla movimentazione e allo stoccaggio dei rifiuti in cumuli nelle aree idonee, dotate di etichette identificative per codice. I rifiuti immediatamente separabili non saranno stoccati nei cumuli ma verranno raccolti in cassoni e separati in base ai codici CER. L’area dedicata alla messa in riserva sarà pavimentata in calcestruzzo, e divisa in zone ove eseguire il raggruppamento preliminare dei rifiuti prima di sottoporli alle successive fasi di lavorazione.

(Panoramica satellitare della zona d'interesse nel Comune di Santa Maria del Cedro)

PREVENZIONE PER LA DISPERSIONE E L'INQUINAMENTO - Al fine di evitare quanto più possibile la dispersione di polveri è prevista, stando alle carte del progetto, una bagnatura con acqua dei cumuli di materiale. I rifiuti dovranno avere caratteristiche di omogeneità e non essere inquinati da sostanze estranee che possano compromettere la loro destinazione finale; infatti, dove necessario, essi verranno sottoposti ad una accurata selezione. Gli scarti di selezione verranno accumulati entro idonei contenitori (cassoni posizionati nei pressi dell’area di messa in riserva identificati con apposito codice CER) per essere successivamente avviati al recupero/smaltimento finale presso impianti autorizzati, spiega il progetto. 

(Immagine satellitare del sito oggetto di verifica e del "Carcere delle Imprese")

VINCOLI E PAESAGGIO - Oltre ai vincoli sismici e paesaggistici, nell'area insistono anche alcuni siti d'interesse archeologico. A darne notizia, oltretutto, le stesse carte del progetto. Sul territorio di Santa Maria del Cedro sono presenti numerosi siti di interesse archeologico-architettonico riguardanti praticamente tutti i periodi storici. Sul colle Palecastro, in Frazione Marcellina, troviamo i resti della città greca di Laos, i cui numerosi reperti rinvenuti sono oggi conservati nell’Antiquarium di Scalea e al Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria. Gli scavi dell’area archeologica sono ostacolati dallo sviluppo urbanistico dell’odierno centro abitato, cresciuto proprio al di sopra di Laos. Interessanti sono i resti dell’abitato alto-medievale di Abatemarco; di particolare effetto scenografico sono i ruderi del Castello di San Michele e l’acquedotto normanno. Particolare è anche la Torre Sant’Andrea, parte integrante del sistema difensivo di torri costiere della Riviera dei Cedri. Di datazione posteriore è il cosiddetto Carcere delle Imprese, una struttura, probabilmente, adibita ai lavori forzati dei detenuti per la produzione di olio. Oggi pregevolmente restaurato, è sede di manifestazioni culturali. Quest’ultimo è ubicato ad una distanza di circa 300 m dall’area d’intervento.

Si attende ora l'esito della procedure regionali di verifica indispensabili per appurare la compatibilità o meno dell'impianto con il territorio circostante, alla luce del tipo di attività da svolgere e dunque anche dei vincoli, di vario genere, già presenti nel territorio cosentino di Santa Maria del Cedro. 

 

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