di LUIGI POLILLO
La nuova area del reparto di Rianimazione e Terapia intensiva dell’Ospedale di Cosenza si è inaugurata oggi, Venerdì 28 Giugno, è stata oggetto di un importante e corposo intervento di riqualificazione strutturale e tecnologico che ha apportato migliorie ed efficientamento degli spazi e dei modelli organizzativi.
Sei nuovi posti letto si aggiungono ai preesistenti 19, l’intervento che in questi mesi ha interessato l’UOC diretta dal Dr. Pino Pasqua, ha rimodulato e ottimizzato gli spazi, ridisegnando il layout nell’ottico di una maggiore funzionalità. Rinnovati anche la work station di rianimazione e il parco tecnologico dei servizi di anestesia a supporto delle sale operatorie e dell’interventistica. In occasione della presentazione alla cittadinanza della nuova area di Terapia Intensiva e Rianimazione con i 6 posti letto, il Commissario Straordinario, Vitaliano De Salazar, ha scoperto la targa in memoria del dr. Salvatore Caporale, medico anestetista, in servizio all’Annunziata sin dal 1959 che contribuì in maniera rilevante all’istituzione della Rianimazione della quale fu il primo Direttore. Inaugurata nel 1975 anche grazie alla generosa donazione della famiglia della giovane Gisella Perri che viene ricordata con una targa a lei dedicata: “Centro di Rianimazione Gisella Perri”.
Una giornata importante per la città di Cosenza e per la Sanità Regionale, l’esperienza Covid- afferma il Commissario Straordinario, Vitaliano De Salazar- manifestò che i posti non erano sufficienti ad accogliere i pazienti, dunque, con l’ampliamento del centro di rianimazione, sia in caso di necessità ma anche nell’ordinarietà di emergenza sanitaria, si aggiunge, oggi con la presenza della Sig.ra Caporale e dei familiari di “Gisella Perri”, un valore oltre a quello materiale anche simbolico con la dedizione della Targa in memoria del compianto Dott. Salvatore Caporale. Una storia commovente, i genitori di questa giovane ragazza nel lontano 1975 fanno una donazione importante di circa 75 milioni di lire alla struttura Sanitaria, perchè la figlia era deceduta anche a causa della mancanza a Cosenza di un centro di Rianimazione. Un gesto generoso molto importante, al quale era già stato dedicato a suo tempo l’intero plesso della rianimazione, oggi si è voluto unire queste storie di testimonianze sociali da parte della famiglia Perri e del Dott. Salvatore Caporale, dei quali si ricordano il grande valore professionale ed umano. De Salazar: L’investimento parte dai fondi PRNN e POR, è stata condotta una buona gestione dei fondi pubblici rispettando i tempi di circa un anno. Come calabresi ci dobbiamo tutti pregiare di questo traguardo, l’intero investimento ammonta a circa sui 2 milioni di euro con l’assunzione anche di nuovo personale in diversi reparti.
Dott. Pino Pasqua: “Il reparto di Terapia intensiva è una della più grandi del meridione, perché avremmo a disposizione 25 posti letto a fine corsa, con l’intenzione di fare con la visone del Commissario l’idea della terapia post operatoria e la gestione di tutti gli interventi chirurgici di maggiore intensità e complessità che transiteranno e ridurranno i tempi di giacenza dei pazienti stessi”.
Francesco Saverio Sesti: «Francesco Saverio e Adriana Sesti, a latere della cerimonia, ha espresso anche a nome della madre Nellina Perri ved. Sesti e sorella della compianta Gisella, il più vivido apprezzamento per la sensibilità mostrata dal Commissario de Salazar che pur in occasione dell’ammodernamento e dell’addenda di posti al Reparto di Rianimazione, ha inteso dare reviviscenza ad una fra le migliori tradizioni dell’Ospedale dell’Annunziata, ripristinando l’intitolazione primigenia - invero da qualche tempo obliterata – alla compianta congiunta e, vieppiù associandola al giusto memento del prof. Caporale, ineguagliabile primo dirigente medico e artefice-organizzatore dell’istituzione del Reparto unitamente ai donatori dott. Antonio e Rosa Perri, genitori inconsolabili. Gisella Perri scomparve, per complicanze seguite alla contrazione del morbillo in età adulta, il 2 Giugno 1972, presso l’Ospedale di Taranto, dacché Cosenza era all’epoca priva di Reparto di Rianimazione, di seguito donato dai genitori quale liberalità accrescitiva della decisiva struttura per la Sanità cosentina, che innumerevoli vite avrebbe di poi salvato nei decenni successivi».
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