Incendio a Calabria Maceri: indagato l'amministratore della società

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  01 dicembre 2022 18:09

Pericolo di inquinamento ambientale e attività di gestione rifiuti in violazione alle prescrizioni imposte sono i reati contestati dalla Procura di Cosenza all’amministratore unico di Calabra Maceri, la società che gestisce l’impianto di stoccaggio del Cosentino.

All’Amministratore dell’azienda è stato notificato nella giornata di ieri l’avviso di conclusione delle indagini effettuate dal Nipaaf, Nucleo investigativo ambientale del Gruppo Carabinieri Forestale e dai militari della Stazione forestale di Cosenza in relazione all’incendio divampato in alcuni capannoni nell’impianto di stoccaggio di contrada Lecco nel comune di Rende la notte del 21 maggio del 2021.

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Il rogo di vaste dimensioni è divampato poco prima della mezzanotte in un capannone adibito allo stoccaggio e recupero rifiuti ingombranti e multimateriale e si è propagato poi a un altro interessando una superficie complessiva di migliaia di metri quadrati. L’incendio ha sprigionato una densa nube nera maleodorante che si è diffusa nell’atmosfera per una altezza di centinaia di metri e visibile a chilometri di distanza. Per domare le fiamme in quella occasione i vigili del fuoco hanno lavorato per diverse ore con uomini e mezzi.

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I rilievi e le indagini dei militari dell’Arma Forestale – è scritto in una nota firmata dal procuratore capo di Cosenza Mario Spagnuolo - hanno evidenziato come all’interno dei capannoni e all’esterno dell’impianto erano state stoccate quantità di materiali, in particolare rifiuti ingombranti, balle di carta, cartoni, plastica e rifiuti metallici, in misura superiore a quella autorizzata ed in cumuli di altezza superiore ai tre metri consentiti e posti in alcuni casi in aree non autorizzate. Anche all’esterno c’erano quantitativi di rifiuti plastici che occupavano aree in difformità a quanto previsto in autorizzazione sono stati raggiunti dalle fiamme contribuendo ad alimentare il già vasto rogo.

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Le indagini hanno inoltre accertato che il sistema di contrasto alle fiamme in dotazione non era dotato di un meccanismo di allerta automatico quali rilevatori di fumo e temperatura. Dai sopralluoghi e campionamenti effettuati congiuntamente ai tecnici dell’Arpacal è stata accertata una compromissione e un deterioramento significativo dell’aria a seguito dell’immissione di elementi inquinanti, anche pericolosi, in atmosfera. 

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