“Siamo profondamente vicini ai nostri militari italiani feriti in Iraq, ed anche alle loro Famiglie di cui conosciamo bene l’angoscia e il dolore. Siamo loro vicini senza retorica ma con la concreta consapevolezza di cosa significhi perdere ciò che si ha di più importante, la salute, a causa del Dovere. Siamo loro grati, soprattutto, per l’onore con cui continuano fedelmente a credere nella loro missione, assolvendo un Dovere che, a chi appartiene al Comparto Difesa e Soccorso pubblico, non di rado può costare la vita”.
Lo afferma Mirko Schio, Presidente dell’Associazione Fervicredo (Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere), a seguito del grave ferimento di cinque militari italiani avvenuto in Iraq.
“E le cronache di questi ultimi mesi – aggiunge -, purtroppo, ne sono un’amara conferma. Tutti i Corpi, dai Carabinieri, alla Polizia, ai Vigili del Fuoco ai Militari sono stati colpiti gravemente da drammi che, se pur nell’animo feriscono l’intero Paese, nella realtà feriscono indelebilmente singoli uomini, singole famiglie, che dovranno per tutta la vita fare i conti con le conseguenze di eventi tragici. Ed è ai singoli che lo Stato ha l’obbligo di pensare, subito e in tutto, senza costringere le Vittime e i loro Familiari a vergognose attese, perché certi bisogni non aspettano per manifestarsi, ma li assillano fin dal primo momento. In Italia ancora, disgraziatamente, una Vittima del Dovere deve subire, oltre ai danni gravissimi degli eventi dannosi, anche l’onta dell’infinita durata di percorsi burocratici che si traducono in un’offesa per la dignità sua e dei suoi familiari. C’è, tanto per fare un esempio, chi ha dovuto attendere anche due anni per una visita medica che consentisse di quantificare un danno in cui, peraltro, non si tiene neppure conto di eventuali aggravamenti delle condizioni di salute dopo i ferimenti in servizio. Ci sono Vedove che attendono anni per una pensione di privilegio, e per loro il meccanismo che prevede lo sgravio dell’Irpef non è chiaro né certo, proprio come il trattamento psicologico a spese dello Stato specifico e dedicato per le Vittime del Dovere è previsto ma non di immediata accessibilità. E la lista ha ancora tante voci egualmente vergognose di ostacoli, incertezze e attese intollerabili. Troppe volte – conclude Schio - il sostegno alle Vittime rimane una previsione sulla carta che, per tradursi in realtà, deve superare un tale labirinto da vanificare ogni concreto effetto di sostegno e vicinanza a chi, per il proprio Stato, ha pagato il prezzo più alto che si possa immaginare”.
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