
di ANTONELLA SCALZI
I sogni non muoiono mai e così capita di voler fare la “direttore d’orchestra”, diventare una maestra e poi riprendere in mano il proprio destino cantando le storie di personaggi e vinti. È il percorso targato Francesca Prestia che oggi dirige le sue ballate ed è felice. Il dramma di Lea Garofalo la porta a entrare a gamba tesa nella musica popolare, a farsi apprezzare anche all’estero, a riportare in cima ai suoi pensieri la musica.
Porta in giro un’altra Calabria, quella che vuole crescere e che ha ancora tanto da raccontare e lo fa in tanti modi, anche attraverso le lingue minoritarie. La lingua calabro-greca, quella arbereshe e presto anche l’occitana. È così che la cantastorie calabrese si rituffa nel passato per rilanciare i grandi messaggi calabresi. Ma di cose lei ne ha fatte davvero tante e oggi sogna di essere una buona “successora” di Otello Profazio.
Non si sente vincitrice, ma è consapevole della sua forza comunicativa. Ecco perché non si stanca di portare in giro per il mondo Nosside, Cassiodoro Il Grande, Gioacchino da Fiore e San Francesco di Paola. Ama le donne, le piacciono le tarantelle, ma è estremamente selettiva nelle sue scelte. Francesca Prestia è diventata una cantastorie quasi per gioco e tra i suoi bambini. Oggi è seguitissima dalle figlie e dagli amici.
Le ribolle dentro una passione grandissima e anche quest’estate è prontissima a portare n giro il suo coraggio e il suo entusiasmo parlando, ad esempio, di Franca Viola, la donna siciliana che per prima rifiutò il matrimonio riparatore.
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