"E’ indubbio che l’Atto Aziendale dell’A.O. di Cosenza, presentato ai sindacati immediatamente a ridosso dell’inizio del lockdown per la pandemia Covid-19 e presumibilmente agli atti per l’approvazione da parte del Commissario ad Acta, presenta diverse incoerenze e discordanze con i criteri e i principi stabiliti dalla Regione Calabria con il DCA n. 130/2015 'Linee guida per l’adozione degli atti aziendali delle Aziende del Servizio Sanitario della Regione Calabria'". E' quanto dichiara la Cisl Medici.
"Anche se inserito tra le procedure richieste dal Decreto Calabria, la sua stesura avrebbe potuto essere condizionata ad una propedeutica ridefinizione delle nuove linee guida regionali per gli atti aziendali. Entrando nel merito del documento - prosegue la Cisl-, non vi è traccia di una reale ed evidente progettualità rivolta all’ampliamento ed al miglioramento dell’offerta sanitaria, né al migliore utilizzo delle risorse. Nell’organigramma i Dipartimenti risultano aumentati di numero rispetto al preesistente atto aziendale, mentre alcune strutture risultano modificate senza alcuna coerenza nell’attribuzione dipartimentale, con denominazioni singolari e con funzioni ancora più incerte".
"La logica avrebbe voluto che le stesse strutture fossero raggruppare per omogeneità specialistica in Dipartimenti Strutturali ed eventualmente incluse in Dipartimenti Funzionali per il coordinamento di specifici percorsi assistenziali. Nasce legittimo il dubbio che la corsa alla previsione dei Dipartimenti Strutturali sia legata al fatto che ai Direttori spetta una cospicua indennità che andrà ad incidere sul bilancio aziendale, non prevista per i Dipartimenti Funzionali".
"Il neonato Dipartimento Strutturale “Governo Clinico” - si legge ancora- è intestato ad una modalità gestionale (il Governo Clinico) per il miglioramento continuo dei servizi e per favorire l’eccellenza clinica che normalmente dovrebbe essere in carico al Direttore Sanitario Aziendale.Tra le strutture che lo compongono si ritrovano l’U.O.C. di Farmacia, di dubbia coerenza con le attività di Governo Clinico, e una nuova Struttura Complessa denominata “Accettazione e Accoglienza Attività Sanitarie”. Quali requisiti saranno richiesti al suo Direttore? Nell’Atto, per ora, non vi è alcuna indicazione in merito, anzi vengono incorporati i servizi amministrativi del Presidio. Ed Ancora. Il Dipartimento Materno-Infantile Area Nord è quello in cui l’incertezza regna sovrana. Dal suo interno scompaiono tutte le U.O.S.D., prima ritenute qualificanti, compresa la Terapia Intensiva Pediatrica istituita dal Commissario ad Acta con il DCA 89/17 che ne prevedeva, altresì, la trasformazione in U.O.C. quale 'reparto autonomo ad alta specializzazione e unico centro di riferimento regionale per le urgenze-emergenze pediatriche'".
"Nelle parti tabellari e grafiche - insiste la Cisl Medici-, un asterisco a piè di pagina specifica che si tratta di “Dipartimento Interaziendale Funzionale” mentre nelle parti discorsive ed illustrative viene invece considerato alla stregua di un Dipartimento Strutturale. Se fosse realmente interaziendale e funzionale, quindi sprovvisto di potere gerarchico sulle U.O. coinvolte, bisognerebbe specificare a quali Dipartimenti Strutturali le U.O. in esso incluse afferiscono oltre che inserire le strutture dell’ASP previste per l’integrazione funzionale. Se fosse invece Strutturale, non risponderebbe a quelle linee guida del 2015, dichiarate in premessa, che prevedono di norma cinque strutture complesse per costituire un Dipartimento".
"Quest’ultima previsione non è stata osservata neanche per il Dipartimento di Neuroscienze, per il Dipartimento Governo Clinico e per il Dipartimento Emergenza-Urgenza che, vi è di più, include incoerentemente una struttura complessa di Terapia del Dolore ed una struttura semplice di Cure palliative. La CISL MEDICI ritiene opportuno che l’Atto dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza non venga approvato dalla Struttura Commissariale in quanto non conforme alle linee guida attualmente esistenti ed alla normativa di riferimento, soprattutto in una Regione in piano di rientro. In un sistema sanitario, già dichiarato non sostenibile, non sembra razionale ed utile continuare nelle vecchie logiche - concludono- senza prendere in considerazione non solo i criteri e regole quanto i bisogni di salute dei cittadini e le nuove patologie emergenti".
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