Terza parte dell'approfondimento de La Nuova Calabria sull'istruttoria avviata dalla Corte dei conti sui bilanci dell'ex Aou Mater Domini (ora Dulbecco dopo la fusione con il Pugliese-Ciaccio). Le spine delle proroghe dei contratti e l'utilizzo delle grandi apparecchiature sanitarie
03 gennaio 2024 07:56di GABRIELE RUBINO
Proroghe di contratti “non giustificate o non legittime” e poi un dato “allarmante” sulla risonanza magnetica: dall’acquisto al collaudo sono passati oltre nove anni. Sono alcune delle sferzate più significative messe per iscritto dalla sezione controllo della Corte dei conti nell’istruttoria sui bilanci dal 2020 al 2022 dell’ex Aou Mater Domini. Entro sessanta giorni l’azienda (adesso la Dulbecco, post fusione degli ospedali di Catanzaro) e il collegio sindacale dovranno fornire chiarimenti e atti sia sulle perdite e il debito pregresso (LEGGI QUI LA PRIMA PARTE) e sia sullo sforamento del tetto di spesa del personale e sul nodo intramoenia (LEGGI QUI LA SECONDA PARTE).
E dovranno farlo anche sulle modalità di acquisto di beni e servizi. Nell’istruttoria di una trentina di pagine si legge: “l’esame dei Questionari relativi agli esercizi 2020 e 2021 ha fatto emergere proroghe dei contratti per la manutenzione degli impianti non giustificate o non legittime”. Da qui la richiesta della ricognizione delle procedure, pur considerando le difficoltà incontrate nel passato. In particolare, il precedente blocco delle attività della Stazione Unica Appaltante regionale dopo l’entrata in vigore (nel 2019) del Decreto Calabria.
Focus sulle grandi apparecchiature sanitarie, su cui la sezione ha confessato di concentrarsi per garantire l’erogazione dei LEA, per la gestione delle liste d’attesa, la riduzione della mobilità passiva oltre all’impatto sulla spesa sia per l’acquisto e sia per la manutenzione. In questo caso il magistrato istruttore utilizza i dati forniti dal dipartimento regionale Tutela della Salute. “Il valore che allarma – si legge nel documento - è quello relativo alla ‘risonanza magnetica’ per la quale non si comprendono i 3.430 giorni (più di nove anni) resesi necessari tra l’acquisto e il collaudo”, che per altro non per forza coincide con la messa in funzione. Nel dettaglio, prendendo per buoni i dati regionali, la risonanza fu acquistata a dicembre del 2005 e il collaudo risulta del 7 maggio 2015. Questi, ripetiamo, i dati forniti dal dipartimento che sarebbe bene siano smentiti dell'ex Aou Mater Domini e, in questo secondo caso, sarebbe interessante capire perché la Regione avrebbe numeri differenti da un ente che in teoria dovrebbe coordinare. L’azienda dovrà aggiornare l’elenco completo delle grandi attrezzature e indicare non solo l’acquisto e il collaudo ma anche la messa in funzione.
Altro punto critico sono le rimanenze. Basandosi sempre sui controlli del collegio sindacale, nell’istruttoria emergono “evidenti dubbi sull’attendibilità dell’inventario di fine 2020. Precisamente, relativamente al magazzino economale, è emerso che la conta fisica dei beni non viene fatta con regolarità; la merce obsoleta non viene mai scaricata dal magazzino e risulta valorizzata nel tabulato pur trattandosi di beni inutilizzati; insomma, pur trattandosi di beni molto datati, risalenti a molti anni addietro, sarebbero comunque valorizzati”. E ancora: “un altro problema riguarda il codice che individua i prodotti, associato al fornitore aggiudicatario della gara di fornitura. Qualora nel corso d’anno, la fornitura di quei beni venga aggiudicata ad un fornitore diverso, il codice si modifica e le rettifiche registrate non risultano nell’elenco delle movimentazioni, determinando una differenza tra giacenza fisica e risultanze da tabulato”. Criticità che, per il magistrato istruttore: “hanno evidenti ripercussioni sui valori esposti in bilancio”.
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