"Siamo uomini e donne, giovani e meno giovani che sopperiamo (in qualità di tirocinanti) quotidianamente alla cronica carenza di personale presso Enti Pubblici (Comuni) ed Enti Ministeriali (Giustizia,Miur,Mibact) a seguito di apposita convenzione di cui la regione Calabria si è fatta garante. Le attività che prestiamo quotidianamente con passione e dedizione sono il risultato di professionalità acquisite da proroga in
proroga", lo scrivono i tirocinanti calabresi.
"E' da evidenziare l'indifferenza che continua a riservarci l'attuale governo centrale ostile nel dare garanzie concrete alla nostra vertenza e senza considerare la nostra precarietà di padri e madri di famiglia in una terra dalle opportunità lavorative nulle. Eppure la nostra amata terra è parte dell'Italia e noi da comuni e onesti cittadini chiediamo al Governo centrale risposte concrete alla nostra comune causa che è il lavoro! Perché caro Governo centrale non tuteli adeguatamente la nostra categoria che è quella di tirocinanti e di impegnarti a garantirci quel lavoro che garantiamo quotidianamente con la misera somma di euro 500 e senza alcuna tutela contributiva e previdenziale?", si legge nel comunicato dei tirocinanti.
"E per cortesia, non dite che non esistono soluzioni, sarebbe soltanto un'alibi allo scarso impegno che è tutt'ora più che evidente verso la nostra vertenza di reale e più che seria importanza. Attualmente registriamo anche lo scarso interesse dei candidati come nostri futuri governanti dall'impegno che gli spetta in qualità 'di garanti' nel risolvere la nostra vertenza. E' desolante sentire parlare di noi come semplice bacino di voti invece di persone giovani e non che siamo resti in una terra dove emigrano praticamente tutti e delle nostre vite di padri e madri di famiglia che vivono quotidianamente la propria precarietà lavorativa con desolazione e dentro un tunnel senza via d'uscita. A tutto ciò si aggiunge anche il deludente atteggiamento delle nostre care sigle sindacali totalmente assenti verso noi lavoratori (Tirocinanti) precari".
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