La denuncia di Adps: "Gravi criticità nell’accesso ai servizi di laboratorio all’Inrca di Cosenza"

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L’Adps denuncia: disposizioni interne illegittime e disagi per cittadini, associazioni e strutture private

  24 novembre 2025 16:27

"Torniamo a denunciare pubblicamente le gravi inefficienze e le procedure vessatorie che stanno paralizzando l’accesso ai servizi del laboratorio di analisi dell’Inrca – Por di Cosenza, con ripercussioni negative sui tempi di diagnosi per i cittadini e sull’operatività delle strutture sanitarie private e associative del territorio.

Limitazioni insensate e di dubbia legittimità

La nostra denuncia prende spunto da una recente comunicazione circolare emessa dal Cup locale, che introduce limitazioni insensate e di dubbia legittimità. Tale circolare, priva di numero di protocollo e della chiara identificazione del Responsabile del procedimento, appare un atto amministrativo debole e facilmente contestabile. In base a queste nuove disposizioni, un delegato di una struttura (come una casa di cura o un’associazione) può prenotare al massimo per tre pazienti alla volta. Dopo aver effettuato queste prime prenotazioni, deve necessariamente tornare in coda per ritirare nuovi numeri, se deve prenotare per altri pazienti. Immaginiamo una clinica privata che debba far analizzare decine di campioni biologici: i suoi operatori sono costretti a un pellegrinaggio kafkiano allo sportello, con un moltiplicarsi di code e una perdita di tempo inaccettabile, che di fatto ostacola deliberatamente l’accesso al servizio.

Si allungano solo le attese

Fino a poco tempo fa, queste strutture godevano di una modalità di accesso dedicata e efficiente, che garantiva risposte rapide per pazienti spesso fragili. Oggi, con il pretesto di “salvaguardare la parità d’accesso”, si è di fatto imposto un collasso organizzato. L’unico risultato tangibile è un drastico allungamento dei tempi di attesa, che per un semplice esame del sangue possono raggiungere anche i 15 giorni, con evidenti ripercussioni sulla salute pubblica. È evidente che queste disposizioni, oltre a essere giuridicamente fragili, stiano di fatto limitando l’accesso alle prestazioni da parte di intere categorie di utenti, in particolare quelli provenienti da strutture private e associative, che sono ora fortemente scoraggiati dall’utilizzare il laboratorio dell’Inrca. 

Alla luce di tutto ciò, noi dell’Adps di Cosenza chiediamo con urgenza:

1. Il ritiro immediato della circolare restrittiva, illegittima e dannosa;

2. L’istituzione di uno sportello dedicato e semplificato per le prenotazioni provenienti da strutture private, case di cura e associazioni, che permetta di gestire in modo efficiente e centralizzato le loro pratiche, come avveniva in passato;

3. Chiarezza e trasparenza da parte della Direzione Generale sulle reali motivazioni di queste scelte organizzative che stanno danneggiando il servizio sanitario sul territorio.

Va da sé che qualora non si intervenga tempestivamente per ripristinare un servizio efficiente, equo e davvero accessibile a tutti, ci riserviamo di intraprendere ogni azione legale e di sollecitare un intervento degli organi di controllo regionali".

E' quanto si legge in una nota dell'Associazione Diritti Prevenzione e Sicurezza (Adps) Cosenza.

 

 


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