Fondo “salva calcio”. È una delle proposte che la Federcalcio ha inviato venerdì al governo per far fronte alla tempesta coronavirus. Ieri Gabriele Gravina, il presidente federale, ha disegnato meglio i contorni del progetto che dovrebbe consentire di aprire un paracadute per le realtà più sofferenti del sistema pallone.
“Non possiamo chiedere soldi al governo perché sappiamo benissimo che ci sono altre priorità in questo momento - ha detto a Radio Cusano Tv - Chiediamo però la costituzione del fondo. Con risorse della Figc, che farà sacrifici importanti in questo momento, e risorse che devono derivare dalle scommesse”.
In pratica, oltre a un intervento iniziale per accendere il fondo a cura della Figc con risorse proprie, la gran parte dei soldi dovrebbe venire da una quota dell’un per cento sulle scommesse sul calcio. In base al “diritto d’autore” per le società.
“C’è una risoluzione dell’Unione Europea che dice che il diritto d’autore sulle scommesse va tutelato – ha spiegato ancora Gravina – La Francia già applica l’1 per cento e la stessa cosa sta chiedendo l’Nba”. L’un per cento del monte giocate significherebbe in un momento di normalità 104 milioni di euro visto che il settore, nel comparto calcistico, nel 2019 ha raccolto 10,4 miliardi. Scontato che nel 2020 questa cifra si abbasserà brutalmente vista la sospensione di tutti gli eventi.
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