"Non sono io", così la 19enne di Scalea alle telecamere di Chi l'ha visto?. La ragazza nega quindi di essere Denise Pipitone.
"Non sono io la bambina - ha detto alla TgR la ragazza, che si chiama Denise - mi spiace per la famiglia. Sarebbe stata una bella notizia se fossi stata io e mi avessero trovato dopo tanto tempo ma non sono io, non sono io e basta. Ho avuto una vita abbastanza travagliata ma per fatti miei non perché mi ricollega alla vita dell'altra ragazza scomparsa. Mio padre è morto, mia madre invece no ma con lei non parlo da tanto tempo. Sono nata in Romani, mi dispiace ma non sono io". A Pomeriggio 5 la ragazza ha detto di essere nata in Romania da genitori romeni e di essere in Italia dal 2009, e di essersi recata a Scalea per trovare un'amica ma di vivere a Cosenza, dicendosi anche disponibile al test del Dna se "serve per potere confermare ulteriormente che non sono la ragazza che cercano".
Ha i capelli rosa, i tratti chiaramente italiani e parla con accento meridionale. E' su questi elementi che si poggia la traccia per risolvere il dilemma sulla bambina scomparsa quando aveva quattro anni da Mazara del Vallo, nel 2004. A fornire la descrizione di una ragazza di 19 anni che somiglierebbe a Denise, è stata Grazia Bonanno, parrucchiera di Scalea, che non appena l'ha vista ha subito pensato alla piccola ed ha immediatamente allertato i carabinieri. Un'associazione venutale spontanea ed immediata anche per via del nome della 19enne, Denise come la piccola scomparsa. La signora ha incontrato la giovane per poco tempo, nel suo negozio, ma alcune informazioni riferitele dalla stessa ragazza, quali di non avere i genitori, non sapere dove e quando è nata, e la piccola cicatrice sulla guancia, simile a a quella della piccola Denise Pipitone, sono bastati per far sorgere il sospetto. Probabilmente stimolato anche da quanto accaduto nei giorni scorsi con le perquisizioni effettuate a Mazara del Vallo che hanno riportato sotto la luce dei riflettori la vicenda della piccola. Del fatto è stato informato anche l'avvocato Giacomo Frazzitta che da anni assiste la madre di Denise, Piera Maggio, nei suoi tentativi di venire a conoscenza della fine fatta dalla figlia. Una donna che non si è mai arresta e continua la sua battaglia per avere la verità. L'avvocato, ovviamente, non si sbilancia, anche perché, si è limitato a dire, "la Procura con noi non parla, è un muro".
I carabinieri di Scalea hanno subito avviato gli accertamenti ed hanno convocato la giovane in caserma. Lei non ha avuto problemi a presentarsi ed a rispondere. Ai militari ha fornito i nomi dei genitori e altre informazioni utili a ricostruire il proprio passato. La 19enne si è detta anche disponibile ad effettuare tutte le analisi del caso, qualora le venisse chiesto di farlo. Con gli elementi raccolti, i carabinieri hanno redatto un'informativa che hanno inviato alla Procura della Repubblica di Marsala. Spetta ai magistrati siciliani, che recentemente hanno riaperto le indagini sul caso, a dover decidere come procedere e se fare effettuare una comparazione del Dna, l'unico esame che può dare una risposta definitiva.
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