"Siamo uomini e donne, precari a tutti gli effetti utilizzati dalla Regione come tirocinanti". Sono 6mila persone, calabresi che prestano la loro attività professionale presso: Giustizia, Miur, Mibact ed Enti pubblici e privati.
"Abbiamo accettato i tirocini formativi - scrive un gruppo di loro in una nota stampa - pur sapendo che si trattava di una vera e propria attività lavorativa, differente solo per inquadramento economico e contributivo, ma certi che le Istituzioni e i Sindacati, potessero nel mentre ricercare soluzioni definitive. Oggi registriamo un emendamento che prevede la procedura di inserimento a contratto indeterminato solo per i Tirocinanti della giustizia, mentre per i restanti soltanto silenzio. Non esistono tirocinanti di serie A e tirocinanti di serie B! Ci saremmo aspettati - prosegue la nota - che il Presidente della Regione Oliverio insieme ai sindacati e agli interessati si recasse a Roma, perché un grave danno discriminatorio si sta consumando. Noi tirocinanti (molti dei quali padri e madri di famiglia) chiediamo "umilmente" risposte riguardo alla ripresa delle attività di tirocinio (Miur e Mibact in primis ) e che la nostra dignità sia sostenuta da iniziative valide in termini di prospettive di lavoro future.”
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