La Guida delle Osterie d’Italia compie 30 anni: ecco le chiocciole calabresi

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La presentazione della Guida delle Osterie d’Italia 2020
  20 novembre 2019 16:16

E’ una  fedele compagna di viaggio. Un’amica che ti porta alla scoperta del meglio della cucina regionale e ti “proietta” direttamente a tavola, sempre nel posto giusto.

Da trenta anni  la Guida delle Osterie d’Italia non tradisce le aspettative. Protagoniste le vere osterie, luoghi di persone e di storie.  Di belle storie. Luoghi dove oltre a mangiar bene si sta bene. Luoghi dove c’è grande  rispetto per le materie prime del territorio . Dove i piatti guardano a tradizioni antiche recuperando ricette di una volta. E sono solo quelle tavole che possono fregiarsi della Chiocciola, simbolo d’eccellenza che Slow Food dispensa nello scandire una mappa, divisa regione per regione, unendo Nord e Sud.

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Per celebrare il trentennale dalla sua prima uscita, a Maida, con la partecipazione del curatore Nazionale Eugenio Signoroni e del responsabile regionale della guida Nicola Fiorita, si è svolta la presentazione della Guida delle Osterie d’Italia 2020.

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Nel suo nuovo formato, più maneggevole,  realizzato con uno speciale tipo di carta, lo stone paper detta anche carta di pietra, utilizzata perché non comporta abbattimento di alberi ne utilizzo di acqua per la sua produzione, nel pieno rispetto della sostenibilità ambientale, la Guida ora come 30 anni fa racconta il più autentico modello di ristorazione del Paese.

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La Guida più venduta in Italia, è riconosciuta la più affidabile per recensioni indipendenti. Quasi cento persone provenienti da ogni parte della Calabria hanno voluto celebrare l’uscita della nuova edizione della  Guida che negli ultimi anni in Calabria si è decisamente rinnovata sotto l’impulsi di una redazione affiatata coordinata da Nicola Fiorita.

Presenti tutti i collaboratori calabresi, Alberto Carpino, Emanuela Alvaro, Pierluigi Tavella, Domenico Mondella, Francesca Panebianco, Angela Sposato e Alessandra Molinaro, Michelangelo D’Ambrosio che si sono sobbarcati il difficile compito di recensire le osterie della Calabria. La presentazione è proseguita con un pranzo a cura di alcuni osti che hanno ricevuto il riconoscimento della chiocciola che rappresenta il simbolo dell’eccellenza, e alcuni nuovi ingressi.

Hanno partecipato alla preparazione delle varie portate Calabrialcubo con Marco e Asuncion Ferrini, Fabio Maria Torchia della Tana del Ghiro, Stefano Rabolini e Raffaella Piccinino della Pecora Nera, Mattia e Delfino Maruca del Vecchio Castagno, Giuseppe Pucci della Casalura di Cirò Marina. Il vino è stato offerto dalla Cantina Spiriti Ebbri di Celico (CS).

 Le chiocciole calabresi , ovvero il simbolo d’eccellenza che Slow Food dispensa,   sono: "Calabrialcubo" di Nocera Terinese; "Il ritrovo dei Picari" di Grotteria ; "Il tipico Calabrese" di Cardeto; " Il vecchio castagno" di Serrastretta; " La collinetta" di Martone; " La tana del Ghiro" di San Sosti; " Pecora Nera" di Albi e "Taverna dei Briganti" di Cotronei

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