La Regione alza la voce nei confronti dei Comuni in ritardo con i pagamenti del costo di conferimento. L’emergenza rifiuti non è soltanto nella congestione degli impianti, che si sta provando a tamponare con la recente ordinanza presidenziale (leggi qui), ma passa anche lungo il piano finanziario dell’intero sistema. A fine agosto, scrivono dal dipartimento Ambiente della Cittadella, su 25 milioni da incassare nel primo semestre ne sono arrivati appena 3. Appena l’11% contro l’80% previsto dalla legge regionale. Un ritardo che i dirigenti regionali hanno stigmatizzato minacciando con un ultimatum gli enti morosi. Chi non salda perderà la delega conferita all’Ato (ambito territoriale ottimale, ce ne sono cinque e sono suddivisi su base provinciale), che a sua volta la assorbirà. Il credito sarà recuperato da un commissario nominato ad hoc dopo l’intervento sostituivo della Regione. Inoltre, per i comuni inadempienti si sbarreranno le porte degli impianti di conferimento, lasciando così i rifiuti per strada. Una mina potenzialmente esplosiva.
I comuni dell’Ato di Cosenza hanno versato appena 262 mila su circa 9,3 milioni di euro dovuti, quelli dell’Ato di Crotone 965 mila euro su 2,9 milioni di euro, quelli dell’Ato di Catanzaro 943 mila euro su 5,2 milioni, quelli dell’Ato di Vibo Valentia 387 mila euro su 2,2 milioni, quelli dell’Ato di Reggio Calabria 470 mila euro su 8,1 milioni di euro.
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