di SABATINO NICOLA VENTURA*
Con l’Università della Calabria di Cosenza e l’Università Magna Grecia di Catanzaro si sono avviati, così l’intendo, rapporti di sinergie e di convergenze. Il Corso di Laurea Magistrale Interateneo, che si svolgerà a Cosenza, della facoltà di Medicina di Catanzaro, potrebbe essere, superando lo storico campanilismo calabrese, che tanto danno produce, un punto di partenza positivo.
I continui tentativi di espoliazione, spesso realizzatesi, e soprattutto a danno della città di Catanzaro, vorrei relegarli in un brutto ricordo.
La guerra fra poveri è alla base del campanilismo nella nostra regione. È la manifestazione più allarmante delle condizioni di sottosviluppo in cui è stata ridotta la Calabria. L’assenza di progettazione, di sbocchi occupazionali, di capacità organizzativa, manageriale, favoriscono le rivendicazioni territoriali. Ne è prova l’espressione più significativa, la realizzazione di cinque province, in un territorio che ospita non più di un milione e novecentomila persone. Credo opportuno ed urgente che il territorio calabrese sia più equamente diviso fra le 5 province; quella di Cosenza, ad esempio, ha un territorio eccessivamente vasto rispetto alle altre province calabresi. Ma questo dovrà essere uno degli argomenti della prossima campagna elettorale, che mi sono permesso solo di accennare.
Molto spesso le richieste dei territori sono prive di ogni fondamento, ma frutto della disperazione esistenziale, convogliata ad arte o per ignoranza verso il campanilismo, che “appaga” le frustrazioni, ma non risolve alcun vero problema, e lascia l’amaro in bocca. Catanzaro è divenuta, soprattutto a partire dagli anni ’70, il soggetto più attenzionato dal fenomeno. La città, di fatto, non è riconosciuta da tanti calabresi quale Capoluogo di Regione. Non è rispettato il ruolo e le conseguenziali funzioni che gli appartengono. È da molti anni terreno di scorrerie; le sopraffazioni che ha subito e subisce sono, quasi sempre, purtroppo avallate di fatto o ufficialmente dalle istituzioni regionali e anche nazionali.
Torno al motivo principale di questo mio intervento, il corso di laurea interateneo a Cosenza; una repentina decisione, assunta dall’esecutivo regionale in un momento di non piena autorità, in “prorogazio”, in non “completa legittimità”: è percepito, giustamente, dalla città di Catanzaro, come un ennesimo colpo di mano.
Tutto poteva essere meglio ragionato ed approfondito serenamente dopo l’imminente tornata elettorale regionale. Il Governo regionale di Destra ha, così appare, ubbidito alle pressioni dei cosentini Occhiuto. Il sindaco di Cosenza, fratello del candidato di destra, On Roberto Occhiuto, ha negli ultimi giorni rivendicato l’avvio dell’imminente corso di laurea in medicina a Cosenza, quale successo da ascriversi.
In ogni caso, per come ho già detto, potrà essere, quanto avvenuto, occasione positiva di progettazione fra le università al fine di elevare la qualità della formazione in Calabria. (Il rapporto annuale del QS UNIVERSITY WORLD RANKINGS 2022, pone le Università Calabresi agli ultimi posti in Italia ed in Europa).
L’Università Magna Grecia di Catanzaro ha, ora più di prima, il diritto/dovere di svolgere, attraverso un identico protocollo d’intesa (Catanzaro/Cosenza) corsi di laurea Magistrali Interateneo nel campus e nella città di Catanzaro: ad esempio, afferenti la Pubblica Amministrazione, in Organizzazione dei servizi nella Pubblica Amministrazione (il Capoluogo di Regione ospita la Sede della Giunta Regionale, tutte le pertinenze: assessorati, dirigenza, ecc. Il campus universitario si trova, peraltro, a meno di un chilometro della Cittadella Regionale. Catanzaro, inoltre, ospita le sedi regionali dei ministeri, e quant’altro). Gli studenti di Scienze politiche e delle relazioni internazionali; quelli del corso di Laurea Magistrali in Relazioni Internazionali e in scienze delle Pubbliche Amministrazioni (sono solo degli esempi) potrebbero a Catanzaro seguire corsi appositi e specialistici; essere supportati ed integrati meglio, perché aiutati da una presenza concreta specialistica. Stesso ragionamento vale rispetto ad un corso di laurea nel campo delle arti figurative, della musica, dello spettacolo, etc. (la città Capoluogo è sede di una prestigiosa Accademia di Belle Arti, di due complessi museali di valore nazionale ed internazionale; del teatro Politeama e nel prossimo tempo del recuperato Teatro Masciari. La città di Catanzaro possiede una importante sala di registrazione.
L’università Magna Grecia e la città offrono e sono in condizioni, importanti possibilità per rafforzare la sinergia con L’Università della Calabria.
È una mia proposta per uscire dal becero campanilismo fra le università.
Spero che la nuova Regione sia capace di aiutare a programmare in modo intelligente e proficuo gli studi universitari in Calabria.
La gara a chi recupera corsi universitari a danno di altri, non potrà registrare alcuna vittoria. Resteremo non credibili. L’Italia post epidemia dovrà avere un importante contributo fattivo della nuova Calabria. Ma sarà necessario che sia davvero e profondamente nuova; molto dipenderà dall’esito delle prossime elezioni regionali.
Vorrei tanto che il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, che non è stato tenuto in alcuna considerazione sulla vicenda Corso di Laurea di Medicina a Cosenza, non ho notizie diverse, dal Magnifico Rettore De Sarro e, ovviamente, neanche dal suo compagno di coalizione, il leghista Spirlì, oggi facente funzione di Presidente della Regione, assumesse le più adeguate iniziative, ma, francamente, non ritengo ne abbia la consistenza e l’autorevolezza.
*Già Assessore Comunale e Consigliere Provinciale
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