"In questi giorni ho inviato una pec alla Regione Calabria, alla Provincia di Cosenza, all'Anbi, al Consorzio di Bonifica di Trebisacce per chiedere il ritiro della concessione di sfruttamento delle acque del Torrente Cino per la relativa centrale idroelettrica".
Lo afferma in una nota la senatrice M5S Rosa Silvana Abate, capogruppo in Commissione agricoltura e questioni regionali.
"Sin dall'inizio del mio mandato - prosegue - ho fatto eseguire una serie di verifiche dopo aver ricevuto diverse sollecitazioni da parte degli agricoltori della zona di Ogliastretti nel Comune di Corigliano Rossano, che segnalano una drastica riduzione di risorse idriche che, solitamente, fino a qualche anno fa non avveniva. Situazione che si verifica da quando è in opera la centrale idroelettrica del Torrente Cino. All'esito, acquisita la relativa documentazione, ho provveduto a consegnarla a un geologo al quale ho commissionato altre ricerche e richiesto di rilasciarmi una relazione di perizia in merito. Dalla relazione, consegnatami alcuni giorni fa, dai raffronti tra quanto previsto dal progetto originario e quanto, invece, posto in essere e attualmente in funzione, scendendo nei dettagli tecnici, in relazione alla natura dell'opera di derivazione, questa oltre ad effettuare la captazione dal torrente Cino delle acque superficiali realizza altresì la captazione della falda acquifera di subalveo, che non è né l'oggetto del progetto 'Concessione prelievo acque superficiali Torrente Cino' né l'oggetto della Concessione, dove è espressamente citato 'derivare dal Torrente Cino' e non captare dalla falda idrica di subalveo. La captazione delle acque della falda idrica di subalveo comporterebbe, dunque, la mancata alimentazione delle falde idriche a valle, da cui attingono i pozzi delle aziende agricole della zona i cui diritti devono essere salvaguardati. In relazione all'entità del prelievo, la portata superficiale del Cino non soddisfa il fabbisogno indicato in progetto, per cui qualsiasi aumento della portata non può che venire dalla falda idrica di subalveo, ed in tal caso il prelievo è superiore alla quantità oggetto di concessione. In relazione all'assenza di Deflusso Minimo Vitale, tale inadempienza viola quanto indicato sia in progetto che in Concessione e rappresenta un grave danno alla biodiversità dell'area Natura 2000 in cui il torrente Cino rientra. In relazione all'assenza di restituzione al Cino dell'acqua dopo l'utilizzo a scopo idroelettrico, la conferma di tale inosservanza comporta a valle del punto di restituzione la totale assenza di acqua nel torrente, mentre in tal punto le acque restituite, riunendosi a quelle che rappresentano il Deflusso Minimo Vitale, dovrebbero ricostituire l'integrità della portata originaria. Tali gravi difformità, evidenziate nella perizia che ho allegato alla richiesta, comporterebbero seri danni all'ambiente e lederebbero i diritti degli agricoltori. Pertanto, tali inadempienze, a mio avviso, condurrebbero necessariamente alla revoca della concessione per come indicato all'art 5 del disciplinare allegato alla Concessione stessa".
"Concludendo - afferma la parlamentare - ho chiesto che venga immediatamente revocata la concessione per lo sfruttamento delle acque del torrente Cino in funzione della Centrale idroelettrica e ho chiesto, infine, di conoscere se la Provincia prima e la Regione poi abbiano eseguito, nel corso del tempo, i relativi controlli nel corso degli anni, per verificare se venisse garantito il flusso minimo vitale dell'acqua del torrente, utilizzato anche dalle colture".
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