L'addio dei giornalisti calabresi a Bonaventura Ferri, “l'ufficio stampa" dei vigili del fuoco

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Bonaventura Ferri
  13 aprile 2020 16:03

I giornalisti calabresi, in particolare quelli del cosentino, si stringono al dolore dei vigili del fuoco per la morte di Angelo Bonaventura Ferri, capo reparto del 115 di Cosenza e sindacalista della Uil. Dopo due settimane di ricovero all’ospedale Mater Domini di Catanzaro, il vigile del fuoco è deceduto a causa del Coronavirus.


Aveva solo 51 anni e lascia la moglie e l’intera famiglia nel dolore più profondo, insieme ai colleghi e a tanti operatori dell’informazione che, proprio in queste ore, lo stanno ricordando e celebrando. Questo perché Bonaventura Ferri, oltre che per il bene comune grazie alla divisa che indossava, si batteva anche per una corretta informazione e lo faceva in una maniera trasparente, tanto da avere un ottimo rapporto con i giornalisti del territorio.

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Era il primo a fornire le notizie di pubblico interesse anche grazie a filmati che forniva direttamente a tutti i media. Voleva far capire il grande lavoro suo e dei suoi colleghi facendo in modo che anche i giornalisti non corressero stupidi pericoli inseguendo le sirene del 115.


Era stato, non a caso, delegato, dal Comando provinciale dei vigili del fuoco di Cosenza, ad avere i rapporti con i mezzi di informazione per fornire le comunicazioni ufficiali sulle attività svolte dagli uomini della caserma di viale della Repubblica e del territorio provinciale.
Non era un giornalista, Bonaventura Ferri, ma era come se lo fosse. Era, infatti, considerato “l’ufficio stampa” dei vigili del fuoco per i quali combatteva, da sindacalista, battaglie per la sicurezza e salari adeguati.

Tanti i messaggi di cordoglio da parte delle testate giornalistiche calabresi, compresa la Tgr Rai, che ha aperto il telegiornale delle ore 14 con un profondo e commosso ricordo di Bonaventura Ferri e del suo radicato rapporto con il mondo dell’informazione. 

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