Il segretario regionale del sindacato dei medici punta il dito sulle procedure (ed i costi per il servizio pubblico) per i tamponi alle squadre di calcio del mondo dei professionisti. "Gli altri sono figli di un Dio minore?"
28 maggio 2020 20:46"Apprendiamo dalla stampa che in questi giorni calciatori professionisti e dipendenti dello staff di supporto delle 2 compagini calabresi militanti in serie B (cui da sportivi auguriamo le miglior fortune) sono state sottoposte, da équipe mediche (all’uopo sentitamente ringraziate dalle Società Sportive), appartenenti all’ASP CS ed all’AOU Materdomini CZ, all’effettuazione di tamponi per l’accertamento della positività al SARS 2 COV 19". Esordisce così il segretario regionale dell'Anaao Assomed Filippo Maria Larussa rivolgendosi al commissario degli ospedali di Catanzaro e dell'Asp di Cosenza, Giuseppe Zuccatelli.
"L’esame - prosegue- è stato addirittura effettuato nella Sede di entrambe le Società, quasi che i soggetti in questione fossero impossibilitati a …deambulare, anche se da settimane impegnati in intensi allenamenti individuali. I tamponi sono stati poi trasportati, sempre a cura dei dipendenti delle Aziende Sanitarie da Lei dirette, per la processazione, alle unità operative di Virologia dell’AO di CS e dell’AOU Materdomini di CZ, dove immaginiamo si sia proceduto al tempestivo esame degli stessi". "Tempestività - scrive Larussa- che di certo è stata negata, come nell’ultima settimana indicato da decine di indignate testimonianze comparse a valanga sulla stampa e web media , a tanti corregionali di rientro, a tanti congiunti di contagiati,a tanti operatori sanitari,a tanti ospiti di RSA. Tutti figli di un Dio minore? Utenti che non solo non hanno meno diritti dei professionisti dell’industria Calcio, ma sono invece le sole categorie ad avere accesso preferenziale al test di ricerca molecolare, secondo ordinanze regionali e norme nazionali vigenti". "E che invece - sostiene il segretario regionale dell'Anaao- rimangono in molti casi in paziente attesa, senza talora poter “evadere” da estenuanti quarantene, ed anzi col dubbio, se non certezza, che i loro tamponi si siano smarriti, nel periglioso viaggio allo Zooprofilattico di Portici, piuttosto che nelle capienti celle frigorifere di Serra Spiga, si spera a norma secondo le più recenti, e non le meno aggiornate, Linee Guida sbandierate dal Dipartimento".
"E naturalmente il tutto con buona pace dei rientrati dopo il 15 maggio, che per unilaterale decisione della Regione, sono stati privati di tale possibilità per la brillante decisione (invero non a Lei ascrivibile) di disattivare le stazioni mobili di prelievo di Rocca Imperiale, Frascineto, Paola, Lamezia... fino a tal data funzionanti,seppure in orari d’ ufficio".
"Conoscendo la ben nota attitudine ad esprimersi in modo chiaro e diretto del dott. Zuccatelli, sarebbe utile che rispondesse alle seguenti domande di pubblico interesse : Era a conoscenza della su-esposta circostanza? L’effettuazione dei tamponi da chi è stata autorizzata? In base a quale normativa di riferimento e’ stato effetto il prelievo e la processazione ai calciatori che pure non rientrano tra le categorie a rischio prioritariamente individuate? Entrambe le procedure sono state effettuate in strutture Pubbliche: erano state prenotate presso il CUP? Sono state eseguite a carico del SSN? Oppure è stata prevista corresponsione di quota di compartecipazione alla spesa ( opzione finora ignota) o i calciatori rientrano tra le categorie per le quali,ovviamente ,la prestazione e’ gratuita (e che a questo punto ci aspetteremmo siano rese note ,a tutela di tanti altri dipendenti di aziende private, più o meno a rischio,potenzialmente interessate) ? o sono state remunerate come prestazioni aggiuntive, in tal caso a carico delle Società, o di chi? Ed infine, last but not least,a fronte di quale normativa di riferimento?". E' l'elenco di domande che Larussa rivolge a Zuccatelli.
"Immagino - prosegue- non certo il Protocollo condiviso tra FIGC e CTS per la ripresa degli allenamenti collettivi, posto che questo statuisce un serrato “calendario” di effettuazione sia dei tamponi (3 giorni prima della ripresa degli allenamenti, indi al tempo zero, poi ogni 4 giorni),sia dei test sierologici (ogni 14 giorni),ma non specifica né potrebbe, che tali esami debbano essere effettuati presso Strutture Pubbliche.
"Perché il punto è proprio questo: mentre i test sierologici, per quanto attendibili, possono essere eseguiti out of pocket presso Laboratori privati, accreditati o semplicemente autorizzati (ma non nell’ASP CS,pare…) i tamponi, in Calabria ed in molte Regioni, possono essere eseguiti solo nei 6 Laboratori Pubblici Regionali allo stato individuati, autorizzati, ed attivi. E l’esecuzione degli stessi è ovviamente gratuita, ma contingentata, per l’esiguità di macchinari, reagenti e personale dedicato, insufficienti ad evadere la domanda e le necessita’ epidemiologiche. E’ per questo che non possono esserci categorie “privilegiate”. Mai come ora- conclude Larussa-, l’Opinione Pubblica ha il diritto di sapere!"
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