L’appello del presidente del Centro Studi “Giorgio La Pira” di Cassano: "Ogni Comune d’Italia intitoli un luogo simbolo, una piazza alle vittime del coronavirus".

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images L’appello del presidente del Centro Studi “Giorgio La Pira” di Cassano: "Ogni Comune d’Italia intitoli un luogo simbolo, una piazza alle vittime del coronavirus".
Francesco Garofalo, Presidente del Centro Studi Giorgio La Pira di Cassano All’Ionio
  13 maggio 2020 10:28

"Non dimentichiamo i 30 mila morti. Parte dalla Calabria la proposta che ogni Comune d’Italia adotti i deceduti da Covid-19. Un luogo simbolo, una piazza, venga intitolata alle vittime del coronavirus". E’ l’appello di Francesco Garofalo, Presidente del Centro Studi “Giorgio La Pira”, di Cassano All’Ionio.

"Questa pandemia s’è portata via la nostra memoria. Svanita buona parte di essa con i vecchi e gli anziani che soli se ne sono andati, privi del conforto dei loro cari e di un addio religioso. Purtroppo – evidenzia -, molti hanno chiuso gli occhi attaccati ad un ventilatore, attraverso un tubo, semi-incoscienti, senza poter dire nemmeno una parola. Gli occhi cercavano qualcosa dietro quella specie di vaso opaco dentro il quale era infilata la loro testa. Molti sono morti nelle “case di cura”, qualcuno è stato fortunato potendo contare sulla benedizione. Non li abbiamo visti, naturalmente. Soltanto le loro bare ci sono state mostrate".

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"Ci hanno lasciato medici in prima linea, operatori sanitari, infermieri, oss, così come ogni altra figura che ruota intorno al grande sistema della sanità, hanno contratto il Covid-19 nello svolgimento della loro missione lavorativa, senza tirarsi mai indietro e regalando un sorriso, per quanto nascosto da mascherine e protezione, - prosegue Garofalo - ai tanti pazienti che hanno affollato le corsie di ospedali, pronto soccorso, uomini e donne del mondo del volontariato, consacrati, delle forze dell’ordine, gente comune e ad ogni livello.

"L’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia – ha concluso -, se ne faccia carico affinché venga onorata la memoria di tutte quelle persone, che loro malgrado, non ce l’hanno fatta. Mantenere sempre alto il ricordo, di quanti hanno profuso attraverso la loro opera, l’impegno, la passione civile e la dedizione verso il nostro Paese, è ancor prima un dovere morale ricordare quanti, nella così detta “fase 1”, quella della grande emergenza, hanno trovato la morte".

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