L'editoriale. Da Reggio a Cosenza, ambiente e sanità pediatrica un tormentone che angustia i cittadini

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I rifiuti nella frazione Pietrastorta di Reggio Calabria
  18 giugno 2020 21:41

di ENZO COSENTINO

Un editoriale fiume. Forse un diluvio di parole inutili ma poiché crediamo nella “nuova Calabria” lo abbiamo scritto con il sentimento e senza pregiudizi di parte. E’ demoralizzante quanto sta accadendo a Reggio, Città Metropolitana della Calabria. E’ a rischio anche la salute dei cittadini. E’ disarmante la situazione in cui è stata buttata –sembra senza un rigor di logica che la giustifichi – la sanità pediatrica a Cosenza. Due condizioni che vanno adeguatamente presentate con l’enfasi di una critica costruttiva per riportare sulla strada che ai cittadini sembra la più corretta e percorribile chi le due problematiche sopra richiamate potrebbe aver visto da una visuale distorta. Due situazioni differenti ma che potrebbero avere un unico filo conduttore che si chiama miopia politico-istituzionale.

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Perché si è dovuto arrivare all’indecoroso spettacolo di una Città come Reggio, per certi aspetti naturalistici, paragonabile ad una “bomboniera” di bellezze, ridotta ad un immondezzaio a cielo aperto. E per giunta con una stagione turistica tutta da recuperare dopo i disastri del Covid-19. Intollerabile che si sia giunti a questo stato di degrado che oggi sembra una situazione di emergenza ma che in realtà non lo è. Inutile sarebbe riandare alle colpe di chi non ha saputo guardare oltre il proprio naso. Da prendere subito sono i rimedi, non tampone ma radicali, e non perché li chiede il primo cittadino Falcomatà (i suoi potrebbero sembrare ma non lo sono, proclami elettorali visto che si ricandida e quindi è in piena campagna) ma perché la condizione di Reggio è sotto gli occhi di tutti e la puzza nauseabonda entra nelle case dei cittadini e si avverte anche nelle strutture turistiche dove sono attesi turisti. La Regione prenda atto e si programmi per Reggio un futuro ambientale al riparo da tali inconvenienti. Se la Regione intende davvero portare avanti una legislatura da “nuova Calabria”, progetti piani di politica ambientali degni di tale nome.

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Da Reggio a Cosenza dove anche se al momento non si avverte puzza di spazzatura c’è quella di “bruciato” nel settore sanità. Nel comparto pediatrico l'aria sta diventando irrespirabile. Il riferimento, senza giri di parole, è all’accorpamento di chirurgia pediatrica e pediatria e oncoematologia pediatrica in atto all’Ospedale dell’Annunziata. Sembra un insano progetto riorganizzativo fuori da ogni logica o quanto meno incomprensibile. A quale ratio hanno fatto ricorso le menti eccelse da cui il progetto è scaturito? E quello che quanto meno deve essere spiegato ai cittadini, alle famiglie che hanno a che fare con questi settori di una sanità –quella calabrese- che continua a vivere alla giornata. Un mixer che in circostanze estreme potrebbe risultare anche letale per quei bambini che vivono la condizione di paziente emooncologico e che necessita di protezioni particolari e adeguate. Realtà queste che i clinici sanno bene ma che forse sfuggono ai manager che hanno soltanto occhi per i numeri e i conti da far quadrare. Non fa dunque un grinza l’accorato appello a rivedere un piano che ha il sapore della beffa, fatto dalla associazione di volontariato “Marco Rendace” e pubblicato su questo giornale. Un appello che non può e non deve cadere nel vuoto. Una situazione questa dell’accorpamento che non può essere tollerata e fatta passare sulla pelle della gente. Prendiamo atto che oggi il commissario dell'Annunziata, Giuseppina Panizzoli abbia parlato in commissione sanità del Comune bruzio di soluzione "temporanea", ma occhio all'elasticità di questa dichiarazione.

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E’ ora che la sanità calabrese nel suo insieme venga messa a regime. Un regime che tuteli il cittadino utente e non serva per esaltare doti di grande innovatore a chi magari queste doti non le ha mai avute. La Calabria è stufa della politica fatta in casa e chiede il ricambio. E' stufa anche di chi forte di posizioni politiche nel cerchio romano manda in Calabria colonizzatori legati a questo o quel partito. Con la salute non si gioca e quando si legifera di sanità chi lo fa sia sottoposto ad un controllo del dna per stabilire se possiede il gene del buon senso e delle capacità. Altrimenti tutto va a p…allino. Su Cosenza, e non solo, intervenga il Ministro Speranza. Autorevolmente e autoritariamente.

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