L'editoriale. Il centrosinistra si ricompatta per "frenare" il centrodestra. I calabresi aspettano i programmi

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  26 dicembre 2019 08:05

di Enzo Cosentino

Che l’attuale governatore della Calabria, Mario Oliverio si sarebbe tirato fuori dalla competizione elettorale lo avevamo intuito e scritto alla vigilia dell’ultima direzione nazionale del suo Partito, il PD. E da quella direzione in avanti, nonostante i toni non propriamente e politicamente “amicali” nelle relazioni Zingaretti-Oliverio, la tensione fra i vertici nazionali e regionali (che non esistono comunque da tempo) e il movimento oliveriano in Calabria erano andate scemando (allentandosi e non altre allusioni). Poi in prossimità della presentazione delle candidature “l’avvento pagano” del “passo indietro” di Oliverio. Diciamo che alla fine è prevalsa la “ragion di partito” e il governatore ha valutato, forse, che la conferma della sua candidatura avrebbe spaccato verticalmente e orizzontalmente il centrosinistra. Una spaccatura che in caso di sconfitta nei confronti del centrodestra il Pd avrebbe attribuito, forse, interamente ad Oliverio. Una responsabilità politica di ampie dimensioni e conseguenze. Come la materializzazione delle ventilate espulsioni. Atteniamoci alle valutazioni politiche: Oliverio che ha una rispettabile formazione di scuola PCI, cioè della appartenenza, della disciplina e tanto altro, non ha tirato la corda sino a spezzarla. Con l’imprimatur del segretario nazionale Zingaretti dunque la campagna elettorale di un centrosinistra ricucito, vedrà Callipo e Oliverio riappacificati politicamente. Diranno sicuramente i due leader: per il bene comune della Calabria e per evitare l’avvento di un governo di centrodestra alla guida della regione.

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Dal canto suo il centrodestra, che ha pure avuto momenti di duri scontri al suo interno, dovrà mettere in atto strategie e combinazioni da “grandi numeri” e “grandi elettori”. Il rischio di un splash è, comunque, per tutti dietro l’angolo.

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